BRESSANONE. È uno studente di 18 anni della val Gardena il «writer seriale» che da tempo firmava le sue opere con le sigle “Dta” (“don’t trust anybody” ovvero “non fidarti di nessuno”) e “Bts” (“break the system” ovvero “rompi il sistema”). Ormai in val d’Isarco era un personaggio piuttosto noto e scomodo perché da due anni a questa parte aveva imbrattato e deturpato abitazioni, vagoni di treni, cartelli stradali, centraline elettriche, sottopassi stradali e ferroviari e sedi della protezione civile.

Questa volta i carabinieri della compagnia di Bressanone lo hanno colto in flagranza di reato, con la bomboletta spray ancora in mano, mentre ispezionavano uno dei luoghi che già aveva colpito, uno stabile abbandonato ideale per chi desidera «lasciare il segno».

A spingere i militari dell’Arma a indagare a fondo sono state anche le decine di denunce da parte dei residenti, stanchi di dover ridipingere i muri di casa con costi piuttosto ingenti. Sul fatto che il writer seriale sia proprio il diciottenne gardenese sembrano esserci davvero pochi dubbi: il giovane sul telefonino aveva anche alcune fotografie con le varie opere realizzate. Dalle indagini a 360 gradi è emerso che i comuni interessati dagli imbrattamenti sono stati, negli ultimi due anni, principalmente Bressanone e Varna e di recente anche Fortezza.

Dopo l’individuazione del writer i militari dell’Arma si attendono adesso che molte persone sporgano querela, alla luce anche delle ingenti spese sostenute per ripulire i muri imbrattati.

In questo momento è piuttosto difficile fare una stima dei danni ma siamo sicuramente nell’ordine di alcune decine di migliaia di euro. Sicuramente la difficoltà sarà quella di attribuire tutti i vari episodi dell’ultimo biennio al diciottenne. Qualora la vicenda - come appare piuttosto probabile - dovesse approdare davanti ad un giudice sembra quasi scontato che, come già avvenuto in altri Comuni italiani, oltre ai danni il writer dovrà farsi carico anche di lavori socialmente utili. La difficoltà, per molti teenager, che si reputano artisti incompresi, è anche quella di capire che - per crescere - bisogna imparare a rispettare gli spazi altrui.

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