ANNO GIUDIZIARIO

Giustizia, il Trentino Alto Adige un modello per il resto d'Italia

Inaugurato a Trento l'anno giudiziario; risposte veloci nonostante le carenze d'organico



TRENTO. Un «buon equilibrio tra flussi di entrata e definizioni» e il fatto che l' «anno appena iniziato consentirà di mantenere il trend positivo» sono stati evidenziati dalla presidente della Corte d'appello di Trento, Gloria Servetti, nella sua relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario. Sono stati 592 i procedimenti civili definiti da questa Corte d'appello, 634 quelli iscritti e 523 pendenti al 30 giugno 2018 per l'anno 2017-2018. Sono stati 376 quelli definiti dalla Corte d'appello di Bolzano, 481 sopravvenuti e 591 pendenti, sempre al 31 giugno scorso.

Il Tribunale di Bolzano ha visto definiti 11.851 procedimenti civili, 11.643 sopravvenuti e 4.860 pendenti alla stessa data. Quello di Tento ne ha visti 11.636 definiti, 11.675 iscritti e 6.468 pendenti, quello di Rovereto 3.680 definiti, 3.639 iscritti e 1.558 pendenti. Per i Tribunali dei minorenni, a Bolzano sono stati 606 quelli definiti, 604 iscritti e 638 pendenti, per quello di Trento 321 definiti, 492 iscritti e 1.125 pendenti. 

Per quanto riguarda i procedimenti penali, nell'anno giudiziario 2017-2018 per la Corte d'appello di Trento risultano 440 quelli finali del 2017, 486 iscritti, 435 definiti e 473 quelli pendenti. Per la sezione distaccata di Bolzano 184 quelli finali al 2017, 200 iscritti, 180 definiti e 204 finali. La presidente ha poi riferito «significative quanto risalenti criticità» per gli uffici del giudice di pace, la cui «dotazione organica contempla 61 unità» e vede «in effettivo servizio solo 15 giudici, dei quali 7 distribuiti sui nove uffici della provincia di Trento e 9 sui sette uffici situati nella provincia di Bolzano». Ha poi definito il «tema più caldo» quello degli organici del personale amministrativo, passato in carico alla Regione, quindi alle Province, con la norma di attuazione del 2017.

Pur riconoscendo gli sforzi, ha evidenziato «lunghi momenti di stallo tanto nell'esecuzione degli interventi manutentivi ordinari degli edifici quanto nelle assunzioni di nuovo personale, tutte peraltro effettuate a tempo determinato e con la caratteristica generale di una totale mancanza di preparazione di base». Da qui la necessità di promuovere la formazione dei nuovi assunti e un percorso di integrazione con i dipendenti ex ministeriali. 













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