RELIGIONE

Il vescovo Muser e i pellegrini altoatesini in visita a Gerusalemme

Dopo la visita al Monte Tabor a metà del pellegrinaggio diocesano, nelle ultime ore i 130 altoatesini assieme al vescovo Ivo Muser sono arrivati a Gerusalemme, città santa nell'Ebraismo, nel Cristianesimo e nell'Islam.



BOLZANO. Assieme al vicario generale Eugen Runggaldier, al decano dello Studio teologico-accademico di Bressanone Ulrich Fistill, al direttore dell'Ufficio pellegrinaggi Thomas Stürz e al segretario del vescovo Michael Horrer, i pellegrini ed il vescovo Muser hanno visitato tra l'altro il Monte degli Ulivi, la chiesa del Padre Nostro (con la preghiera scritta su maioliche in 170 lingue diverse), la basilica del Getsemani, la chiesa ortodossa della Tomba di Maria, il quartiere armeno, il Cenacolo sul Monte Sion. Le giornate di permanenza nella capitale hanno permesso di visitare anche la Via Dolorosa, quella che percorse Gesù fino al Calvario. Pieno di suggestioni, naturalmente, l'ingresso nel Santo Sepolcro, «dove l'unica cosa importante è: esserci, essere presente con la propria fede», ha detto monsignor Muser. Ai pellegrini il vescovo ha ricordato che «non siamo qui sulle tracce del passato, solo a visitare luoghi e sassi sacri. Sarebbe troppo poco. Siamo qui per incontrare la storia salvifica di Dio, siamo qui per rinnovare il nostro impegno concreto a seguire il suo cammino.» Nella sosta al Muro del pianto, il vescovo ha ricordato che «Gerusalemme è una città di tanti mondi paralleli.» E ha detto che questo muro, sotto quello che era il tempio di Gerusalemme, «è la memoria delle nostre radici». 













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