Duemila volantini  contro l’A22 in galleria 

La protesta. Il Comitato civico di Pineta scende in campo «contro un cantiere lungo 12 anni»  «Per la qualità della vita e contro la distruzione del territorio: Kompatscher ci deve ascoltare»


Bruno Canali


Laives. Dopo lunghe polemiche attorno alle ipotesi di spostamento dell’A22, l’incontro dell’altro pomeriggio fra sindaco Christian Bianchi e vice sindaco di Laives Giovanni Seppi con presidente e vice presidente della giunta provinciale ha portato a qualche chiarimento. La questione viene seguita con attenzione dal Comitato civico di Pineta, che intanto ha pronti duemila volantini e chiederà un’assemblea pubblica alla presenza di Kompatscher.

“Finalmente un po’ di chiarezza - dice Franco Magagna, del comitato - Dopo l’incontro dell’altro giorno, almeno sappiamo con certezza qualcosa: il progetto di spostare il tracciato dell’autostrada A22 nella piana della valle dell’Adige, da Vadena a Laives per poi entrare in galleria a sud di San Giacomo non è una bufala e nemmeno un’ipotesi, ma una ben precisa volontà politica. Lo si evince dalle affermazioni del presidente Kompatscher quando dichiara che, appena terminati gli studi fattibilità, si avvierà un dialogo con i Comuni di Laives e Vadena sulle possibili varianti al progetto. Insomma, si fa sul serio. E allora faremo sul serio anche noi, così come abbiamo fatto sul serio bloccando la realizzazione della variante alla statale 12 in tunnel sotto via Brennero (tra l’altro utilizzabile solo in direzione sud, per cui il traffico di Laives in direzione nord sarebbe sempre transitato in superficie nella via Brennero), che avrebbe messo in pericolo la stabilità del conoide sul quale è costruita Pineta. Ricordo che lo spostamento a valle della variante fece risparmiare tre anni di cantiere e oltre dieci milioni di euro di soldi pubblici, e neppure ci hanno ringraziati. Non avevamo competenze specifiche allora, come non le abbiamo ora, ma questa è la nostra forza, la forza della ricerca e del buonsenso, quello che talvolta manca ai politici e ai tecnici, i primi invischiati nei calcoli elettorali, i secondi legati ai conti degli investimenti pubblici. Vero che lo spostamento dell’A22 sarebbe un enorme cantiere della durata stimata di dodici anni, il che farebbe schizzare in alto il Pil provinciale, ma il prezzo da pagare in termini di vivibilità delle popolazioni a sud di Bolzano e di distruzione del territorio sarebbe troppo alto. La nostra associazione - continua Magagna - è in grado di dimostrare che Bolzano non solo non avrà alcun beneficio da questa operazione, ma, anzi, riceverà un deciso peggioramento. Accadrà la stessa cosa paventata per il tunnel sotto la via Brennero. Per il prossimo mese di ottobre saremo in grado di dimostrare quanto affermiamo e lo faremo in un’assemblea pubblica, alla quale hanno già dato disponibilità a presenziare il sindaco Christian Bianchi e il vice sindaco Seppi e l’invito sarà esteso al presidente Kompatscher. Nel frattempo siamo impegnati nella costituzione di un movimento popolare pronto a mobilitarsi qualora la politica non si ricreda. Un atto dovuto perché questa battaglia o la vinciamo tutti assieme come Comunità o la perderemo singolarmente uno per uno”.

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