L’acquedotto perde, il Comune corre ai ripari 

Tubazioni forate. La giunta impegna 1 milione e 700 mila euro per risanare la rete idrica Correnti parassite provocano la dispersione nel sottosuolo di diversi metri cubi ogni giorno


Bruno Canali


laives. Si chiamano “correnti vaganti”, o “parassite”, e sono un incubo per tutte le condutture metalliche interrate. Quando percorrono una tubazione sono in grado di forarla esattamente come farebbe un trapano, causando perdite, anche ingenti, di acqua potabile. Lo sanno bene gli idraulici del cantiere comunale, che periodicamente si imbattono in problemi di perdite in qualche punto dell’acquedotto causate proprio da queste correnti parassite. Oltre all’elettricità dispersa nel suolo, un altro problema specifico che riguarda la rete di distribuzione dell’acqua potabile nel territorio comunale è la vetustà di alcuni tratti di condotte, che in qualche caso sfiorano anche il secolo di vita.

L’impegno della giunta.

Con la presentazione del bilancio di previsione (che arriverà in consiglio comunale a metà mese), i rappresentanti della giunta comunale deciso di prevedere - spalmato lungo l’arco di tre anni - l’impegno di spesa, attorno al milione e 700mila euro, per sistemare la rete di distribuzione dell’acqua potabile nel territorio.

«Lo faremo anche grazie alle nuove tariffe relative al servizio idrico, che devono essere leggermente aumentate secondo la normativa in vigore - spiega il vicesindaco Giovanni Seppi -. Bisogna sostituire vari tratti della nostra rete di distribuzione idrica che non tengono più e che causano continue perdite d’acqua».

Gli idraulici comunali non hanno ancora quantificato la perdita, ma quel che è certo è che si può parlare di diversi metri cubi al giorno. Tanto per fare un esempio, anche il lido, proprio a causa della sua vetustà, manifesta perdite che lo scorso anno erano state quantificate in circa 30 metri cubi.

Due milioni di metri cubi l’anno.

La “sete” delle comunità che vivono nel territorio comunale di Laives richiede ogni anno qualcosa come due milioni di metri cubi d’acqua potabile, acqua che arriva da alcune sorgenti sopra Pineta in località La Costa-Seit e da pozzi come quello in zona scolastica. Il sistema di approvvigionamento e distribuzione è costantemente monitorato dal cantiere comunale grazie a strumenti di rilevazione (compresi quelli che segnalano immediatamente eventuali intrusioni nei serbatoi). Lo scorso anno è stato rinnovato anche il cuore di tutto il sistema, vale a dire il grande serbatoio in galleria a monte della città, che ha elevato la capacità fino a tremila metri cubi di acqua potabile, quanto basta anche in caso di blocchi delle pompe per garantire comunque la distribuzione per diverse ore, perché questo serbatoio è a una quota superiore al più alto palazzo della città e così l’acqua raggiunge gli ultimi piani semplicemente in base alla legge dei vasi comunicanti. Si tratta di una rete di approvvigionamento e distribuzione moderna, tanto che viene studiata anche dal corso di Idraulica dell’Università di Bolzano. Infine, la parte che riguarda i controlli igienici: le analisi dell’acqua che esce dai rubinetti sono condotte da laboratori specializzati.













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Valeria Frangipane

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