Negozi a rischio chiusura, serve l’impegno dei giovani 

I pensionamenti. Attività del centro prossime a morire se le nuove leve non si faranno avanti Il sindaco: «Ci sono ancora settori merceologici scoperti. I bolzanini potrebbero trasferirsi qui»


Bruno Canali


Laives. Nel prossimo triennio vari negozi di Laives potrebbero chiudere l’attività. «Non per una situazione di crisi – dice il sindaco Christian Bianchi – ma semplicemente perché i titolari, dopo tanti anni di lavoro, andranno in pensione. Ho già avuto modo di parlare con alcuni di loro, che mi hanno manifestato l’auspicio di riuscire a passare l’attività a qualche nuovo gestore. Auspicio condiviso dall’amministrazione comunale: i negozi aperti significano vitalità per l’intero abitato. Sono attività commerciali che funzionano, perciò sarebbe veramente interessante se i giovani ci facessero un pensiero. Ci sarebbe anche il vantaggio di rilevare un’attività già funzionante, con un portafoglio clienti e una lunga esperienza che chi si appresterà ad andare in pensione ben volentieri passerebbe alle nuove leve. Questi negozi, tutti i negozi, sono un patrimonio importante per la nostra comunità, perché garantiscono un prezioso servizio di vicinato. Lanciamo dunque un appello affinché possa avvenire un passaggio generazionale che consenta di scongiurare qualunque chiusura».

Un esempio di intraprendenza è il negozio di generi alimentari “Da Guerzo”, in via Sottomonte. Schiacciato tra i supermercati delle grandi catene, il piccolo negozio di quartiere sembrava avere la vita segnata. Invece Igor Guerzoni a un certo punto ha deciso di abbandonare l’attività di meccanico per rimettere in moto il negozio che era stato della sua famiglia. La formula vincente è stata quella di affiancare alla vendita vera e propria di alimentari un angolo dedicato alla ristorazione. Questo ha rapidamente incrementato il numero dei clienti, che adesso, ogni giorno, arrivano per mangiare qualcosa al volo durante la pausa pranzo. Intraprendenza e fantasia, insomma, come armi efficaci per affrontare le sfide commerciali con le grandi catene, come è sempre stato sottolineato dagli esperti del settore e dall’Unione commercio.

Lo stesso sindaco, recentemente, aveva lanciato un appello ai commercianti di Bolzano, in particolare a quelli delle zone periferiche che manifestano forti timori per la sopravvivenza a causa dei centri commerciali esistenti e di quelli in arrivo nel capoluogo. «Invece di combattere ad armi impari – aveva detto Bianchi – pensate alla possibilità di trasferirvi a Laives. La nostra realtà è in costante crescita e rappresenta, di fatto, la quarta dell’Alto Adige in termini di abitanti. Si tratta quindi di un bacino d’utenza da non trascurare. Qualcuno lo ha già capito, e da quanto ho potuto apprendere sta avendo soddisfazioni. Spazi ce ne sono ancora, perché qui abbiamo varie tabelle merceologiche scoperte. Quindi ribadisco l’invito a non sottovalutare un trasferimento a Laives. Gli spazi ci sarebbero: come detto, qualche commerciante si avvicina alla pensione e prevede di lasciare l’attività, mentre alcuni settori merceologici non sono ancora presenti».













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