Scuole «Plastic free», le prime misure in mensa 

Il progetto pilota. Castelli: «Escluso il vetro, usiasmo solo plastica rigida e riciclabile» Il consigliere M5S ha la delega all’ambiente e si occupa con Seab della raccolta dell’umido


Bruno Canali


Laives. Un anno fa circa, per lanciare Laives come primo comune provinciale "Plastic free", in municipio arrivo l'allora ministro pentastellato, Sergio Costa. Da allora qualcosa effettivamente si è mosso, almeno a livello municipale, con l'eliminazione di tutti i contenitori in plastica per bere. È stato un segnale ovviamente, perché non è possibile imporre altrettanto ai privati, con i quali non rimane che auspicare una maggiore presa di coscienza ambientale, come aveva anche sottolineato Sergio Costa durante la visita in città.

«Abbiamo iniziato con il municipio - dice adesso Paolo Castelli, consigliere del Movimento 5 stelle in Comune a Laives - e abbiamo anche scritto alle scuole affinchè pure lì venisse ridotto al minimo indispensabile l'uso della plastica. Da quello che mi risulta, hanno recepito in buona parte il messaggio perché in mensa scolastica, tutti i contenitori in plastica, sono realizzati con quella rigida e riciclabile, posto che invece non è possibile, per ragioni di sicurezza, utilizzare contenitori in vetro dove ci sono tanti minorenni».

Ma l'attenzione per la salvaguardia dell'ambiente non si limita alla plastica. Il consigliere Castelli ha anche ricevuto dal sindaco la delega specifica per rifiuti e rapporti con Seab. L'ha ricevuta in una fase importante, come è quella attuale, che precede di un anno circa l'introduzione del servizio di raccolta dell'umido anche per le utenze domestiche (attualmente a Laives esiste solo per un centinaia di grandi utenze). «Insieme a Seab stiamo mettendo a punto questo nuovo servizio che inizierà quando sarà operativo il centro di raccolta dell'umido a Lana, quasi sicuramente verso l'autunno del prossimo anno. Dal punto di vista logistico c'è già un piano relativo alla dislocazione dei punti di raccolta e alla tipologia dei contenitori. Stiamo anche valutando l'introduzione di alcune soluzioni tecniche innovative, utilizzando le "fosse" delle isole interrate e l'idea sarebbe quella di iniziare con due di queste: l'isola di via Kennedy, davanti alla scuola materna e l'isola di via Marconi. Con Seab inoltre si stanno mettendo a punto anche le nuove tariffe per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti comprensivo di quelli umidi e stando alle prime proiezioni, forse riusciremo a non introdurre aumenti delle tariffe; staremo a vedere quando sarà il momento».

Per quel che riguarda i punti di raccolta dell'umido, come accenna intanto Castelli, si tratterebbe di sfruttare le fosse che rimarranno vuote nel momento in cui, come stabilito dall'amministrazione comunale, verranno via via tolti gli attuali sistemi interrati che fin qui hanno dato parecchi grattacapi a causa di ripetuti guasti tecnici. In pratica, l'umido (e in qualche caso anche carta e vetro) potrebbero finire a loro volta in raccoglitori interrati, considerati tecnicamente più affidabili e, per quanto riguarderebbe la parte in superficie, anche più discreti come presenza rispetto alle attuali colonnine dove è alloggiato il meccanismo tipo "bancomat" che riconosce la scheda personale di ciascun cittadino e pesa automaticamente i rifiuti conferiti. Intanto, come detto, si tratta di ipotesi operative, alle quali però il consigliere Castelli e Seab stanno lavorando in previsione del nuovo servizio di raccolta dell'umido.

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