Serra di droga in cantina, denunciati due ventenni 

I due ragazzi italiani coltivavano 20 piante con luce calda e ventilazione «ad hoc» La Cassazione ribadisce: è reato anche se la marijuana è per uso personale 


di Massimiliano Bona


LAIVES. Brillante operazione antidroga dei carabinieri della compagnia di Egna sul territorio comunale di Laives che ha consentito di identificare due ventenni (italiani) che in cantina avevano allestito una vera e propria serra allo scopo di coltivare marijuana, difficile dire – almeno in questa fase preliminare dell’indagine – se per uso personale o a fini di spaccio. Nel corso di uno specifico servizio finalizzato al contrasto del mercato locale degli stupefacenti, i carabinieri della stazione di Laives e del nucleo operativo di Egna – dopo una serie di appostamenti mirati e verifiche incrociate - hanno eseguito una perquisizione domiciliare a carico di due giovani del posto. Pochi giorni prima i militari dell’Arma avevano notato dei movimenti quantomeno sospetti attorno allo stabile e hanno deciso di vederci chiaro.

Entrati in casa con un regolare mandato hanno subito trovato conferma ai dubbi emersi nelle battute iniziali dei controlli. La perquisizione ha dato, infatti, esito positivo perché all’interno di una cantina – dalla quale i due ventenni andavano avanti e indietro – i carabinieri hanno trovato una vera e propria serra domestica, dove stavano curando e facendo crescere con grande attenzione una ventina di piante di marijuana, sotto la luce calda di alcune lampade e con una ventilazione ideale per massimizzare il risultato finale.

Nell’appartamento i militari hanno trovato altre dosi di marijuana, un bilancino di precisione e attrezzatura per la lavorazione dello stupefacente. Una sorta di piccolo laboratorio, insomma. Tutto il materiale è stato sottoposto a sequestro e i due sono stati denunciati all’autorità giudiziaria con l’accusa di coltivazione illecita di stupefacenti.

Anche se i due ventenni dovessero riuscire a provare di aver coltivato la droga solo ad uso personale ciò non contribuirebbe a «salvarli» dai risvolti penali della vicenda. Le sezioni unite della Cassazione hanno ribadito, infatti, che la coltivazione di piante dalle quali siano estraibili sostanze stupefacenti costituisce reato, indipendentemente dalla circostanza che il prodotto della coltivazione sia destinato o meno ad uso esclusivamente personale.

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