Super serbatoio per l’acquedotto 

Inaugurate sotto il Peterkoefele le due vasche da 3000 metri cubi, anche per uso antincendio


di Bruno Canali


LAIVES. È in funzione dalla fine del 2017 e ieri è stato inaugurato il nuovo serbatoio idrico di Laives, uno degli impianti più grandi dell’Alto Adige, realizzato in una galleria scavata sotto il “Peterkoefele”. Alla cerimonia, ieri mattina, c’erano anche il presidente Arno Kompatscher, il suo vice Christian Tommasini, l’assessore Florian Mussner, la giunta comunale di Laives, tecnici, progettisti e alcune scolaresche.

“Il nuovo acquedotto è l’esempio della collaborazione tra Comune e Provincia - hanno sottolineato durante gli interventi gli esponenti politici - e risponde a due esigenze: essere serbatoio per l’acqua potabile per il territorio di Laives e fungere da riserva idrica in caso di incendio all’interno della lunga galleria della variante che scorre poco distante. "Realizzando questo impianto - è stato detto durante l’inaugurazione - abbiamo trovato la soluzione per due esigenze diverse, ottenendo così un beneficio economico e allo stesso tempo un’opera di prestigio”.

Il serbatoio dispone di due vasche da 1500 metri cubi ciascuna (quello vecchio conteneva 450 metri cubi) che raccolgono l’acqua in arrivo da un insieme di pozzi posti nel fondovalle durante le ore notturne, quando i costi dell’energia sono più bassi. La distribuzione avviene "per caduta", sfruttando il dislivello in grado di garantire la pressione adeguata fino agli ultimi piani degli edifici. Il progetto è dell’ingegner Guglielmo Concer e il costo ammonta a poco più di 2 milioni e 150 mila euro.

Ieri sono iniziate le visite per il pubblico, visite che continuano oggi, dalle 10 alle 12 e vale la pena di seguirle, perché l’opera è il risultato di un lavoro complesso, iniziato con lo scavo di una galleria sotto il Peterkoefele dove è alloggiato l’intero impianto. Anche la facoltà di ingegneria idraulica dell’Università di Bolzano ha studiato le soluzioni adottate per raccolta e distribuzione dell’acqua potabile. Questa soluzione "al buio” è anche garanzia di igienicità dell’acqua potabile, che, da quando sgorga da pozzi e sorgenti, non vede mai la luce solare se non quando esce dai rubinetti di casa. Tanto per avere un’idea, la comunità di Laives (con Pineta e San Giacomo) consuma annualmente una media di almeno 2 milioni di metri cubi d’acqua potabile. In questo senso, l’illustrazione di tutto il ciclo da parte di Heinrich Filippi è un viaggio affascinante, perché parte da falde e sorgenti sotterranee per arrivare fino al rubinetto di casa.













Altre notizie

Attualità