L'OPERAZIONE

Lotta al lavoro nero, controlli a tappeto dei carabinieri in Valsugana e Val di Non

Scoperti 5 lavoratori irregolari in un’azienda agricola di Caldonazzo. Controllate 17 aziende agricole e identificati 149 lavoratori in Val di Non



TRENTO. Nell’ambito dei controlli pianificati dal Comando Provinciale dei carabinieri di Trento, nelle aree della Valsugana e della val di Non sono stati effettuati, con il coordinamento del Reparto Operativo, dalle relative Compagnie carabinieri competenti per territorio, una serie di mirati controlli proprio circa la piaga del “lavoro nero”.

Il periodo è forse il più propizio in tali versanti del territorio Trentino, ove la raccolta delle mele appare il mercato del lavoro più fiorente e può, per l’appunto, nascondere irregolarità e casi di sfruttamento del tutto fuori dalla legalità.

Con la collaborazione di personale dell’Unità operativa di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (Uopsal) della di Trento, sono stati scoperti 5 lavoratori irregolari presso un’azienda agricola di Caldonazzo, 2 rumeni e 3 italiani tra i 20 e i 45 anni. La posizione del datore di lavoro è già al vaglio dell’autorità aiudiziaria per le responsabilità penali. Le sanzioni amministrative cui andrà incontro oscillano su diverse migliaia di euro per lavoratore irregolare.

In Val di Non invece sono state controllate 17 aziende agricole grazie al mirato impiego di complessivi 24 militari che hanno identificato 149 lavoratori, di cui 26 italiani e 123 stranieri, senza rilevare alcuna infrazione. Nell’ambito di tale vasta operazione, a Predaia, i carabinieri delle stazioni di Cavareno e Romeno hanno verificato la presenza, tra i raccoglitori di mele, di un pregiudicato rumeno, classe 1981, in Italia senza fissa dimora su cui pendeva un ordine di carcerazione per otto mesi di reclusione, a causa di fatti collegati al reato di ricettazione perpetrato nel 2017 a Milano. L’uomo è stato immediatamente tradotto nel carcere di Spini di Gardolo.

Proseguiranno ulteriori controlli specifici anche in altre aree del Trentino, a dimostrazione del fatto che la capillare presenza dell’Arma garantisce non soltanto la prevenzione e repressione dei crimini più “visibili”, quali possono essere ad esempio i reati “predatori”, ma anche l’attenzione verso reati di minore percezione per i cittadini, ma di pari allarme sociale e gravità.













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