Area industriale, alle stelle i valori di arsenico in falda  

A norma i rilevamenti nel pozzo della frazione che fornisce l’acquedotto Ma preoccupano le punte di 427 microgrammi/litro sotto le fabbriche


di Simone Facchini


MERANO. Ancora Sinigo, ancora preoccupazioni. Questa volta per i valori di arsenico rilevati all’interno dell’area industriale nell’acqua di falda presso i piezometri di controllo: fino a 42 volte superiori rispetto al limite stabilitodall’Europa per l’acqua potabile . I rilevamenti al pozzo della frazione, che immette acqua nell’acquedotto meranese, per il momento hanno dato esito negativo, ma rimane l’apprensione.

A far riaffiorare la questione è l’assessore provinciale all’ambiente Richard Theiner in risposta a un’interrogazione di Alessandro Urzì, il consigliere di Alto Adige nel cuore che già si era attivato sulla vicenda dopo aver appreso dalla Provincia, alcuni mesi fa, che nell’area industriale della frazione erano stati rilevati alti valori di arsenico. «Per evitare contaminazioni, la falda sottostante le fabbriche ex Memc è provvista di barriere - specifica Urzì - ma i valori anomali riscontrati non possono essere sottovalutati».

Se nel pozzo di Sinigo, oggetto di un regolare monitoraggio prescritto con le opere di bonifica, negli ultimi tre anni sono state effettuate altrettante analisi che hanno evidenziato un livello di arsenico inferiore a un microgrammi/litro, all’interno dell’area industriale, presso i piezometri di controllo, il valore del pericoloso elemento nell’acqua di falda nello stesso periodo è risultato variabile da un minimo di 0,2 a un massimo di 427 microgrammi/l. Secondo la direttiva europea recepita in Italia nel 2001, il valore massimo consentito nell’acqua potabile è pari a 10 microgrammi/litro. Nessuna analisi, secondo la risposta dell’assessore Theiner, risulta poi fatta sulle mele della zona di Sinigo. Dunque neppure di quelle coltivate nell’area che si sospetta essere stata utilizzata per interrare la cenere di pirite, che rilascia proprio arsenico. I vecchi operai ricordavano 150 camion di pirite per ettaro che venivano prelevati dalla Smiel (così si chiamava prima della Memc) e scaricati nella buca lasciata dallo scavo della ghiaia portata a Lana. Per quanto riguarda l’acqua dell’Adige regolarmente monitorata, specifica Urzì, i valori dell’inquinante a monte dello scarico della barriera idraulica variano da quote inferiori a 1 fino a 7,5 microgrammi/l, mentre a valle dello scarico sono compresi tra 2,7 e 5. «Una barriera idraulica – così Urzì - è stata realizzata per evitare la propagazione dell’arsenico in falda verso valle. La barriera idraulica scarica nell’Adige con il rispetto del valore limite di emissione. La contaminazione della zona industriale di Sinigo è nota agli uffici dell’Agenzia provinciale per l’ambiente. Per questa zona sono stati prescritti ed eseguiti diversi progetti di bonifica, alcuni messi in atto direttamente dall’allora soggetto operante sul sito, la Memc, altri direttamente dalla Provincia, come la bonifica area mensa. I valori di arsenico oltre 40 volte la soglia di legge nell’acqua di falda all’interno dell’area industriale sono preoccupanti», continua il consigliere provinciale. «È vero che i rilevamenti al pozzo di Sinigo che fornisce l’acquedotto hanno dato esito negativo ma evidentemente c’è da tenere alta la guardia per poter escludere possibili contaminazioni sia a livello di falda che di scarico refluo verso l’Adige. L’arsenico infatti risulta essere una conseguenza della lavorazione dei fertilizzanti che avevano interessato gli stabilimenti di Sinigo fino agli anni ‘70, ma tutta l’area in questione ne risulta tuttora pesantemente contaminata. Alti livelli di arsenico risultano correlati all’insorgenza di alcune forme di cancro, in particolar modo di quello polmonare, al fegato e soprattutto del melanoma, patologia di cui la nostra Provincia detiene il non invidiabile primato europeo di incidenza».













Altre notizie

Assemblea

Amministrazione di sostegno: in Alto Adige 3.600 «fragili»

La direttrice Rigamonti: «Servono ulteriori finanziamenti provinciali per sostenere le associazioni e chi si rende disponibile ad aiutare gli altri». Il Tribunale di Bolzano conta più di 500 nuovi procedimenti l’anno 


Valeria Frangipane

Attualità