L'INTERVISTA MARCO GIAQUINTA 

Calcio giovanile, «più problemi con i genitori che coi ragazzi» 

Cambio al vertice dell’Olimpia. Dimissioni da presidente  dopo sei anni: «Tante soddisfazioni e club sano, ma sono saturo di critiche e pressioni. Giusto essere ambiziosi, però con equilibrio»


SIMONE FACCHINI


MERANO. Dopo sei anni, Marco Giaquinta passa il testimone della presidenza dell’Olimpia Merano a Giulio Poladas. Un avvicendamento deciso «per il bene della società calcistica», spiega il numero uno uscente del club bianconero. Un cambio dietro al quale tuttavia si nascondono alcune considerazioni sul rapporto fra i genitori e le società calcistiche. Relazioni che spesso rendono complicano l’impegno dei dirigenti, degli allenatori, e sopratutto degli stessi ragazzi. «Ero saturo di critiche e problemi che vari genitori portano in società. Questioni magari anche piccole, ma continue», spiega Giaquinta.

Lei è nel mondo del calcio, nelle vesti di dirigente, da venticinque anni. Davvero i genitori sono diventati così ingombranti?

Si tratta di una minoranza, ma non proprio di casi isolati. Ho deciso di lasciare la presidenza per concentrarmi sul mio ruolo di coach, pur rimanendo nel direttivo come vice. A dire il vero con i genitori dei ragazzi della mia squadra che alleno da anni non ci sono mai stati particolari attriti. Ma in qualità di presidente, e dunque di responsabile di tutto il vivaio, le situazioni di difficile gestione sono state tante».

Il suo è uno sfogo che solleva una questione forse sottovalutata, ma riguarda ampi strati dello sport giovanile.

Parlo in qualità di dirigente di una società in salute, così come si evince dai numeri. Siamo un club da 350 giovani calciatori tesserati, con voglia di crescere e di far crescere i suoi ragazzi. Che continuerà a farlo. Ma c’è bisogno del rispetto dei ruoli e delle regole.

Quali?

Ai genitori da parte nostra è giusto chiedere se loro figlio viene al campo volentieri, se si diverte. E noi dobbiamo intervenire in caso di risposta negativa. Per il resto chiediamo ai ragazzi di impegnarsi a scuola, e ai genitori di sostenere i figli nella pratica sportiva ma senza asfissiarli. E senza assillare i componenti della società. Senza seguire ogni allenamento facendo sentire calciatori, allenatori e dirigente costantemente sotto esame. Trovando inoltre la giusta misura nell’ambizione.

Qui sta aprendo un altro fronte del discorso.

È giusto che i ragazzini sognino. Non si può calpestare l’aspirazione a diventare calciatore professionista. Però ci vuole equilibrio. La società e gli allenatori fanno delle scelte. Fa parte della dinamica di questo sport, così come di altre discipline. A tutti, l’Olimpia cerca di dare pari possibilità di esprimersi. Poi c’è chi emerge, chi meno. Si prendono delle decisioni fa non si può sempre farle pesare nei confronti di chi segue le squadre.

Genitori che sperano di trovare un profitto sperando che il proprio figlio sfondi nel calcio?

Ci sono. A loro dico: il calcio, lo sport è importante. Prima, però, assicuratevi che i ragazzi studino.

Come società, avete in mente degli interventi per evitare il ripetersi di certe situazioni?

Probabilmente non sempre siamo stati chiari con i genitori. Forse, nelle occasioni di incontro, non abbiamo illustrato al meglio gli obiettivi della società e il modo in cui intendiamo perseguirli. Lavoreremo in questa direzione, e sono cero che Giulio Poladas saprà svolgere al meglio questo ruolo. Dovremo poi esser coerenti nel seguire le regole prefissate. Serve una vera alleanza fra genitori e club. Per il bene dei giovani».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

immagini

Il 25 aprile a Bolzano ha anche il volto dei giovani "resistenti"

Dal corteo alle celebrazioni: ecco le foto. La giornata si è articolata in diversi momenti partendo dal palazzo municipale, quindi in via dei Vanga, a Parco Rosegger - via Marconi, al cimitero civile d'Oltrisarco e cimitero ebraico, in via Volta, via Siemens, passaggio della Memoria (via Resia), con l'intervento delle autorità. Quindi piazza IV Novembre e piazza Adriano (foto DLife)

Attualità