Carenza di medici di base: all’appello ne mancano 9 

Il deficit. In città e nel circondario continuano a scarseggiare i professionisti “di famiglia” Un elenco provinciale evidenzia l’anomalia meranese: ben 18 su 30 si sono autolimitati i pazienti


Giuseppe Rossi


merano. Nonostante l’impegno profuso nel corso dell’ultimo anno dall’Azienda sanitaria e dal comprensorio di Merano, la carenza di medici di famiglia nel territorio cittadino e dell’immediata periferia resta critico. Nei giorni scorsi la direzione generale dell’Asl ha pubblicato l’elenco delle situazioni di carenza di medici di base in tutti i singoli distretti della Provincia, mettendo in risalto come Merano e circondario continuino a rappresentare un’anomalia.

Nella conca meranese mancano nove medici di famiglia per raggiungere la situazione ideale, e questo nonostante negli ultimi mesi i medici che si sono ritirati dall’attività siano stati sostituiti più o meno prontamente. Non siamo, almeno questo, nella situazione di un anno fa, quando chi era alla ricerca di un medico di famiglia era costretto a rivolgersi a quello presente sul territorio di Avelengo o di Scena. Resta comunque il fatto che nove medici non sono facili da reclutare.

Merano inoltre deve fare i conti con un’anomalia tutta sua, cioè quella relativa al fatto che ben 18 dei 30 medici di base complessivamente in servizio hanno deciso di autolimitarsi il numero dei pazienti iscritti senza superare quota 1.300. Uno dei fattori di difficoltà del comprensorio sanitario è proprio questo. Nel distretto di Lana, dove di medici ne mancano due, gli undici in servizio hanno in media quasi 1.600 pazienti a testa, trecento in più dei colleghi meranesi che sono autolimitati il numero, rispettando comunque il contratto nazionale che regola il settore. Per fare un paragone con la ben più popolosa Bolzano, nel capoluogo i medici di famiglia che si sono autolimitati il numero di pazienti è di 16 unità, meno di Merano a fronte di una popolazione sanitaria doppia. Mancando nove medici a Merano, oltre undicimila pazienti non possono contare sul medico di riferimento, pesando da una parte sui medici che non si sono autolimitati e in parte sul pronto soccorso dell’ospedale Tappeiner, che molto spesso funge da alternativa alla visita ambulatoriale. Questo fenomeno è evidenziato dall’elevato numero di codici bianchi e verdi che vengono riscontrati dal triage all’ingresso al pronto soccorso di via Rossini.

Nel Burgraviato e in val Venosta la situazione dei medici di famiglia mancanti è meno grave: nella zona di Silandro ne mancano 4, in val Passiria 2, a Naturno e in Alta Venosta 2. L’unica zona completamente coperta e quindi senza carenza di medici di base è la val d’Ultimo, con 3 dottori in servizio per gli oltre cinquemila pazienti residenti nella vallata e nei due comuni di Lauregno e Proves in val di Non.













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