Casette a 25 euro ai sinti, Zaccaria: «Sono contrario» 

Bufera sulla delibera che determina il canone per le strutture nella microarea L’assessore vorrebbe la parificazione all’affitto degli appartamenti “normali”


di Jimmy Milanese


MERANO. Ha scatenato non poche polemiche la delibera della giunta comunale che martedì scorso indicava come unanime la decisione presa dai sette assessori di far pagare un canone di locazione mensile corrispondente a 25 euro per ciascuna famiglia sinta che presto andrà ad occupare gli otto moduli abitativi del campo nomadi sorto alla confluenza. Una polemica che ha preso di mira anche l’assessore Nerio Zaccaria, che spiega: «C’è stato un errore burocratico, perché sei assessori hanno votato “sì”, ma io ho votato “no”». La delibera sarà modificata martedì prossimo proprio per sanare l’errore. Con l’occasione, ripercorrendo la genesi di questa contestata opera abitativa, Zaccaria precisa quali sono le ragioni del suo voto disgiunto.

«Già nel 2009 il Piano sociale della Provincia prevedeva la realizzazione di due campi nomadi da 80 posti su una superficie di 6 mila metri quadrati – spiega Zaccaria –, ma quando questa decisione fu votata all’interno del consiglio comunale io dissi di no, e alla fine il campo appena terminato non supera i 2 mila metri quadri di superficie e dà spazio a un massimo di 49 persone». Un tema, quello della concessione di moduli abitativi a titolo pressoché gratuito, che divide la città, anche se sono le normative comunitarie a imporre ai Comuni sopra una certa dimensione la realizzazione di un’area adibita all’accoglienza delle popolazioni nomadi che abbiano la cittadinanza italiana. «Il campo non è costato 2 milioni di euro come certe opposizioni continuano a sostenere – precisa l’assessore alle finanze e al patrimonio comunale – ma 940 mila euro, dei quali due terzi sono fondi provinciali». E sulla contestata delibera, Zaccaria afferma la propria contrarietà all’applicazione di un canone sociale mensile di 25 euro, cioè la metà di quello previsto dalle tabelle provinciali. Un dimezzamento motivato dal fatto che i moduli abitativi non includono posti letto, con una tettoria in adiacenza ai fabbricati adibita ad ospitare le roulotte nelle quali i cittadini sinti per tradizione culturale vogliono dormire. «Queste abitazioni dovevano essere parificate al costo del canone sociale in uso per normali appartamenti», puntualizza Zaccaria. Altro punto contestato dall’assessore di Alleanza per Merano è il fatto che agli assegnatari di moduli abitativi non sarà richiesto di presentare annualmente la dichiarazione Isee che permetterebbe al Comune di stabilire la capacità di ciascuna famiglia di compartecipare al pagamento del canone. «Molti sinti risultano nullatenenti e a carico del servizio sociale – spiega Zaccaria – ma io mi aspetterei di vederli passare una volta l’anno in Comune per certificare il loro stato di necessità».

Un’ulteriore questione è relativa alla natura giuridica del contratto che permetterà l’utilizzo dei moduli abitativi. Sarà nella forma della concessione d’uso, soggetto ai vincoli imposti dal regolamento. Un regolamento, spiega Zaccaria, che prevede «la possibilità per il Comune di imporre alle famiglie che non dovessero rispettarlo l’obbligo di lasciare libero il modulo abitativo». Un altro punto che ha convinto Zaccaria a votare “no” alla delibera approvata dai suoi colleghi di giunta è relativo alla cauzione che ciascuna famiglia sinta assegnataria di modulo dovrà versare al Comune. «L’importo è stato stabilito in misura pari a tre volte il canone di locazione, cioè 75 euro. Ma secondo me questo importo dovrebbe essere calcolato in rapporto al canone provinciale minimo, quindi essere di 150 euro».















Altre notizie

Attualità