Casolari: «Turismo, così la giunta spacca la città» 

L’ex vicepresidente dell’Azienda di soggiorno contro il sindaco «La sua visione mette freno allo sviluppo dell’economia»



MERANO. «La decisione di posticipare l’avvio dei Mercatini di Natale ha una portata ben più ampia di quanto si possa osservare a prima vista. L’iniziativa del sindaco, o se vogliamo della coordinatrice della maggioranza Cristina Kury, avrà dei risvolti senza dubbio decisivi non solo sulla gestione futura della manifestazione, ma anche sulle politiche del turismo a Merano. In questo momento, con questa discussione, in realtà si apre un dibattito vero sulle visioni, profondamente diverse, che le diverse forze in campo possono avere». Segretario e consigliere comunale della Civica per Merano, Andrea Casolari ha è stato per anni vicepresidente dell’Azienda di Soggiorno, ma anche “reggente” dell’ente turistico nell’interregno fra la presidenza di Alex Meister e quella in corso di Ingrid Hofer. Intravede, nella mossa del sindaco Paul Rösch e dell’assessora Gabriela Strohmer, crepe profonde nelle idee riguardanti il futuro della città.

«Chiarisco subito – premette Casolari - che potrei anche trovare condivisibile l’obiettivo di far partire i Mercatini di Natale con il reale periodo dell’Avvento e sottolineo come nella discussione questo pensiero lo avessero avuto anche i vertici dell’Azienda di soggiorno».

E allora, consigliere Casolari, quali sono i suoi timori?

«Le riflessioni sono diverse. La prima, se vogliamo più direttamente legata all’argomento stesso, riguarda la gestione dei Mercatini di Natale a Merano, e i rapporti con la Provincia e con gli altri Comuni. Questa azione provoca uno strappo, soprattutto nei confronti degli altri Comuni, che sarà difficilmente sanabile. Uno dei punti di forza della crescita del turismo in Alto Adige è stata anche la capacità di coordinare le singole località turistiche in una politica turistica comune, per sfruttare sinergie ed economie di scala. Porsi quindi ora in netto contrasto con la decisione delle altre località (Bolzano, Bressanone, Brunico e Vipiteno, ndr) e rompere questo coordinamento ritengo sia una scelta poco lungimirante. A meno che non si abbia la presunzione di andare da soli, cosa molto dispendiosa e non attenta alla necessaria ottimizzazione delle risorse economiche. Oppure, ancora peggio, non si abbia l’obbiettivo (non dichiarabile) di voler depotenziare i Mercatini di Natale, soprattutto quello di Merano».

Ma l’Azienda di soggiorno ha speso molte energie da quando ha preso in carico l’organizzazione dei Mercatini, considerati il traino della stagione turistica invernale.

«La modalità e la forza con la quale si è voluto comunicare la decisione di giunta, di fatto segna il passo nei rapporti istituzionali tra il Comune e l’Azienda di soggiorno. Nel momento in cui i vertici dell’Azienda avevano trovato un accordo con gli altri Comuni, e nel momento in cui il consiglio di amministrazione all’unanimità si esprimeva a favore di questo accordo, il fatto che il sindaco e l’assessora al turismo abbiano invece voluto rimarcare il loro potere decisionale, che per inciso in questo caso rimane tutto da verificare, andando nettamente in contrasto con la decisione presa, comporta una netta delegittimazione del cda dell’ente turistico, che i nostri avi avevano saggiamente istituita come “autonoma”, facendo quindi un errore enorme nel merito e certo nel metodo».

Lei parla anche di uno scontro fra idee sul futuro della città. In quali termini?

«È un discorso di visioni sul turismo ed in generale sullo sviluppo economico di Merano, in quanto questa decisione va chiaramente nella direzione di chi sostiene la simpatica teoria della “decrescita felice”, un modello economico che ritengo si debba chiamare col suo vero nome che è quello del “declino doloroso”. Un’idea che trova certo spazio nei programmi e nella testa dei Verdi, ma che gli stessi probabilmente stanno cominciando anche a trasmettere ai partner di giunta, e alla Svp in particolare. In generale comincia a farsi strada l’idea che a Merano si debba “fare di meno”, e la riprova non sono solo una lunga serie di dichiarazioni del sindaco ma anche le tante piccole azioni quotidiane. A mio avviso questa è una strada completamente sbagliata per la nostra città, mentre dovremmo puntare ad avere sviluppo con l’obiettivo che sia sempre più sostenibile. Direzione per altro tracciata da tempo».

Eppure giusto qualche giorno fa c’erano anche sindaco e altri amministratori a brindare all’ampliamento delle Terme, segno di sviluppo.

«Sì, ma fa parte delle scelte “elitarie” che la maggioranza che guida l’amministrazione della nostra città esprime in molte sue decisioni. Proprio mentre si pensa di ridurre l’attività dei Mercatini di Natale, che è una manifestazione chiaramente popolare, il giorno successivo si brinda all’ampliamento delle nuove Terme con 2,5 milioni di euro finanziati per la prima volta dal Comune di Merano per costruire delle “private spa suite”, che solo la parola ci fa capire chi le frequenterà. Credo che sia un concetto condiviso da tutti il fatto che Merano debba continuare a puntare all’eccellenza e a crescere nella qualità dei servizi offerti, quello che invece non accetto è che prevalga l´idea di privilegiare le “élite”. Magari oggi con i turisti, e domani con i cittadini meranesi?».













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