Coworking, stavolta l’Arci fa sul serio 

Dopo oltre un anno di stallo, lo spazio di via Foscolo (a lungo chiuso) parte con una Summer School dedicata ai giovani


di Sara Martinello


MERANO. A un anno e mezzo dall’apertura, il Coworking della Memoria, lo spazio Arci in via Ugo Foscolo, ora fa sul serio. Si parte con una Summer School, quattro giorni di riflessioni sui temi della cittadinanza attiva insieme a una rete di esperti e di giovani che da anni sono attivi in Trentino Alto Adige in iniziative come “Ultima fermata Srebrenica”, “Promemoria Auschwitz”, “Campi della legalità”, “On the Road”.

A presentare il progetto, ieri, c’erano il vicesindaco Andrea Rossi, il presidente della Consulta giovani Daniele Di Lucrezia, il coordinatore di “Ultima fermata Srebrenica” Andrea Rizza Goldstein e Sergio Bonagura, coordinatore del Coworking e direttore di Arciragazzi Bolzano. Una collaborazione tra amministrazione comunale, Consulta e Arci che regala ai giovani meranesi (e non) uno spazio diverso, un posto dove confrontarsi di persona secondo il principio dell’orizzontalità. I relatori hanno da loro competenza e autorevolezza – si va dalla ricercatrice Unibz Sara Franch ad Alberto Zanutto, docente di Sociologia economica e del lavoro all’Università di Trento, da Nemanja Zeki› di Adopt Srebrenica al collettivo di architettura, urbanistica, analisi e comunicazione visiva Campomarzio –, ma la Summer School sarà soprattutto un momento per formarsi ragionando tutti insieme.

«Spesso i più giovani sono disinformati sugli eventi cittadini o disinteressati alla politica. Rischiano di rimanere intrappolati nel discorso gridato e nel web. Il Coworking può diventare un hub strategico per il coinvolgimento dei giovani meranesi come protagonisti della costruzione del futuro, scardinare i meccanismi che occludono la possibilità di crescere come cittadini consapevoli. E rivitalizzare una zona centrale, sì, ma marginale rispetto al centro storico», esordisce Di Lucrezia. Insomma, rivolgersi direttamente ai giovani e creare aggregazione intorno a temi importanti con modalità discorsive democratiche. A testimoniare il patrocinio del Comune all’iniziativa c’è il vicesindaco Rossi, che marca l’importanza di una riflessione sui valori fondata sull’esperienza diretta di pratiche partecipative come quelle del Coworking: «Perché la nostra democrazia rimanga tale e perché sia fertile per il futuro bisogna rinforzarne i valori, evitando che vadano dispersi».

Si preannunciano quattro giorni intensi, più di approfondimento del confronto diretto sulle cause che di semplice discussione sui singoli fenomeni d’attualità. Così Bonagura, che con l’attivazione del Coworking auspica la nascita di un confronto che coinvolga la cosiddetta quarta generazione, quella di chi non ha più memoria. «Consapevole è il cittadino che dà un senso a ciò che fa e che prova a usare modelli per il cambiamento. La Summer School sarà un’occasione per indagare il rapporto con la comunità e con gli spazi, un momento di apertura in linea con ciò che a livello regionale facciamo da sei anni: l’Alto Adige come ponte, non come piccola patria o confine». «Parlare di luoghi ci permette di scongiurare l’astrattezza del discorso – prosegue Rizza –. Lo spazio fisico deve essere indagato e conosciuto perché vi si possa comunicare efficacemente. Col Coworking inauguriamo un’officina di formazione che mette insieme cittadinanza attiva e progetti di sensibilizzazione».

All’interrogazione sollevata dal consigliere provinciale Alessandro Urzì a proposito del finanziamento al Coworking, la risposta viene dal vicesindaco: «C’è un equivoco da sciogliere, quello dell’immaterialità. Quando somme considerevoli vengono spese per finanziare, per esempio, l’asfaltatura di una strada, la cifra passa in secondo piano agli occhi dell’opinione pubblica. Qui il risultato è immateriale, si vedrà col tempo, e sarà fondamentale per la qualità della vita delle persone. Oggi cerchiamo di arginare i danni di investimenti che in passato sono mancati».













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