Dodi Battaglia: «E la storia continua anche senza i Pooh» 

Sabato suona al Kursaal con la Pop Symphony Orchestra E il cd live è nei negozi e in vendita da domani col giornale


di Daniela Mimmi


MERANO. Da una parte c’è la sua vita con i Pooh. Cinquant’anni. Ne aveva 17 quando Valerio Negrini lo notò e gli chiese di entrare a far parte della più longeva band italiana. Dall’altra parte c’è la carriera solistica di Dodi Battaglia, chitarrista dalle grandi doti.

Adesso esce il suo terzo album come solista, che il musicista bolognese presenterà sabato al Kursaal di Merano, dove sarà accompagnato dalla Merano Pop Symphony Orchestra diretta da R. Federico. Il cd, che si intitola come il lungo tour che lo porta a Merano “E la storia continua…”, è in vendita, oltre che nei negozi, anche nelle edicole da domani insieme al nostro giornale, al prezzo di 8,80 euro.

Gli chiediamo di parlarci di questo disco e del tour, partendo proprio dal titolo. “È la storia della mia vita con la musica. Che è cominciata quando avevo 5 anni. Suonavo la fisarmonica. Poi un giorno in centro a Bologna, avevo 14 anni, ho sentito in un jukebox un pezzo degli Shadows e il suono della chitarra elettrica Fender. È un amore che mi porto dietro da allora e ancora oggi tra le mie tante chitarra, la Fender ha un posto speciale nel mio cuore. Da allora penso di aver passato più tempo con la musica che con mogli e figli. Nel disco ci sono parecchi brani dei Pooh, perché comunque ho passato un bel pezzo della mia vita con loro, e alcuni brani miei come "Dov'è andata la musica", che ho inciso con Tommy Emmanuel, il chitarrista più grande del mondo”.

E perché un live?

“Il tour prevedeva 30 date, poi sono diventate 60. Ho avuto un tale calore e affetto dal pubblico che ho deciso di usare le registrazioni dei concerti per un album e un dvd. Per Natale uscirà un’edizione deluxe con diversi bonus. L’idea de venderlo anche insieme alle testate locali è stata del mio produttore. In tutto saranno messe in vendita 60-80.000 copie. Se fossero conteggiate nelle classifiche, saremmo al primo posto!”

Si è preso i suoi giusti spazi come chitarrista, dato che è stato dichiarato tra i più grandi d’Europa.

“Devo dire che anche con i Pooh nessuno di noi amava strafare e mettersi in mostra sul palco. Qui ci sono più brani strumentali e io mi prendo le mie soddisfazioni. Inoltre, sono diventato professore ad honorem al Conservatorio di Matera e dottore all’Università di Bari”.

Vantaggi e svantaggi di girare da solo.

“È un po’ come essere abituato ad andare su una macchina a 4 ruote motrici e ritrovarsi ad andare in bicicletta. Da solo, nel bene e nel male, hai onori ed oneri. Però mi piace anche confrontarmi con gli altri. Sono dei gemelli, mite e scherzoso, ma quando mi impunto…”.

Il più bel ricordo e il più brutto della vita con i Pooh.

“Il più bello è quando Valerio Negrini, Riccardo e gli altri sono venuti a prendermi sotto casa con un furgoncino per andare a suonare. Avevo una valigia di cartone e una giacca di pelle che mi era costata un anno di risparmi. Avevo 17 anni. La cosa più brutta è stata la separazione, inaspettata e molto dolorosa”.

I Pooh torneranno insieme?

“Anche volendo non sarebbe più possibile. Non sarebbe onesto verso i fans. Ma lo faremmo per beneficenza se arrivasse un bell’assegno per aiutare chiunque ne abbia bisogno”.

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