Festivi, l’Unione preme per 12 aperture all’anno 

Il direttivo comunale: «Numero adeguato per una città turistica come la nostra» Il fiduciario: «Va bene per le piccole-medie imprese e ai loro collaboratori» 


di Simone Facchini


MERANO. Dodici aperture domenicali o festive all’anno. Una conciliazione fra le esigenze del business e quelle del tempo libero da dedicare alla famiglia, alla comunità, al riposo. Sullo sfondo, una ricerca di equilibrio nella concorrenza fra piccoli negozi e grande distribuzione. Il direttivo comunale dell’Unione prende posizione nel dibattito che da mesi sta animando il mondo altoatesino del commercio, dove l’impatto delle catene negli ultimi anni ha mutato gli scenari.

Lo scorso mese, il presidente dell’Unione Philipp Moser ha consegnato al governatore Kompatscher le proposte della categoria per disciplinare il settore. Otto aperture domenicali/festive la base uguale per tutti, con eccezioni di diverso grado per i comuni a vocazione turistica tra i quali i maggiori centri. Per Merano la cifra individuata è dodici: «Otto verrebbero stabilite dal Comune, quattro dalla Camera di commercio» spiega il rappresentante mandamentale Walter Zorzi. I membri del direttivo comunale hanno dato parere favorevole alla soluzione «perché tiene conto anche delle esigenze di una città di cultura e turismo come Merano». Un compromesso accettabile secondo il fiduciario municipale Joachim Ellmenreich: «Del resto – afferma - non sono molte le aziende che tengono aperto di domenica per tutto l’anno. Questa regolamentazione va sicuramente incontro alle piccole e medie imprese e ai loro collaboratori. E i clienti ricevono un messaggio chiaro».

Mobilità. L’associazione dei commercianti prende poi posizione sul tema meranese più caldo, la viabilità: «La raggiungibilità delle nostre aziende deve essere garantita per tutti i clienti. La situazione attuale non è sostenibile. Serve un migliore coordinamento». I rappresentanti dell’associazione hanno illustrato le loro priorità in un incontro con l’assessora comunale alla mobilità, Madeleine Rohrer, e con Stefano Ciurnelli, l’ingegnere incaricato dell’elaborazione del nuovo Piano urbano del traffico. «Della nostra proposta – illustra Ellmenreich - fanno parte l’elettrificazione dei bus di linea urbani, il centro mobilità presso la stazione ferroviaria, il completamento della circonvallazione nord-ovest comprensiva di garage in caverna, la realizzazione del collegamento a fune con Scena e Tirolo e il relativo collegamento con il centro mobilità, parcheggi di raccolta presso gli accessi alla città in accordo con i Comuni limitrofi e un buon collegamento col centro. Non ultimo sollecitiamo la realizzazione del centro logistico per una consegna di merci ad aziende e privati più attenta all’ambiente».

Ferma opposizione, in linea con quanto sostenuto dall’Azienda di soggiorno, sull’ipotesi di riaprire corso Libertà superiore ai mezzi pubblici. Secondo l’Unione, dovrebbe essere invece presa in considerazione la possibilità per gli autobus di girarsi in piazza Rena, «come da tempo chiediamo. Questa variante garantirebbe un collegamento diretto dei visitatori e dei residenti, specialmente della città vecchia superiore e del rione Steinach senza mettere in discussione la zona pedonale di corso Libertà. La realizzazione di un parcheggio per confinanti presso l’ex parcheggio Kallmünz va nella stessa direzione». Bocciata pure l’idea di un road pricing, cioè di un pedaggio per la viabilità di pendolari e visitatori: «La città e i comuni limitrofi – chiosa Ellmenreich - formano un tutt’uno. Imporre un pagamento solo per visitare la città non è la strada giusta».













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