l’iniziativa 

I manifesti per i 700 anni ora parlano in un libro

MERANO. «È stato un gesto d'amore verso la città». Con queste parole, Aldo Mazza, responsabile delle edizioni Alpha Beta, ha presentato al Palazzo Mamming il volume «Merano si manifesta – La parola...



MERANO. «È stato un gesto d'amore verso la città». Con queste parole, Aldo Mazza, responsabile delle edizioni Alpha Beta, ha presentato al Palazzo Mamming il volume «Merano si manifesta – La parola alla città». Curato da Katharina Hohestein e Sonja Steger, il libro racconta la storia dei 20 cartelloni che hanno arricchito la città di Merano in occasione dei festeggiamenti per i 700 anni di vita della città.«Questi manifesti hanno parlato da soli – ha spiegato il sindaco Paul Rösch – e sono serviti ai meranesi affinché potessero essere fieri della loro città». Sparsi per tutto il perimetro cittadino, i manifesti hanno mostrato la ricchezza culturale e umana che caratterizza una località capace di creare cultura in modo interetnico, hanno spiegato le curatrici dell'opera, proprio grazie alla partecipazione di fotografi, personalità della cultura locale e anche l'idea di inserire nei manifesti l'architettura e il paesaggio cittadino.

Insomma, una operazione, ha spiegato il vicesindaco Andrea Rossi:«che potrebbe sembrare banale, visto l'utilizzo dello strumento del manifesto per parlare della città. Uno strumento che però abbiamo usato – ha aggiunto Rossi – per portare la cultura in strada, ovvero quei posti che i meranesi frequentano per andare al lavoro o girare per il centro cittadino».

Quindi, il libro diventa testimone di quella esperienza, ripercorrendo i dodici mesi del giubileo in dodici temi sviluppati e venti cartelloni prodotti nel corso delle celebrazioni.

Tutto è partito a gennaio 2017, con i manifesto sul dietro le quinte del Teatro Puccini, ma anche un omaggio ai dipendenti dei vari servizi comunali, per poi proseguire con un tributo all'amore dei meranesi per gli animali domestici. Poi è stata la volta degli scrittori che il contesto culturale meranese ha prodotto negli anni, per proseguire con gli edifici asburgici che caratterizzano il tessuto urbano e il quartiere di Maia Alta. La parola è passata agli studenti meranesi e alla loro creatività guidata da Elisabeth Hölzl, allargando gli orizzonti alla vocazione della città verso la musica, e ovviamente alla sua capacità ormai secolare di attirare turisti prestigiosi da tutto il mondo. Agosto è stato dedicato allo sport, in particolare all'ippica che dagli anni trenta è simbolo della città nel mondo. Infine, spazio alla solidarietà dei molti enti benefici che hanno sede in riva al Passirio, ma anche ai diversi fotografi professionisti che vivono in città, quindi agli alberi e i fiori di Merano e alle nuove generazioni che presto guideranno con le loro iniziative culturali la scena sociale cittadina. Un libro, ha ribadito il vicesindaco Rossi:«destinato a rimanere nel tempo, affinché si possa riflettere su questo particolare periodo storico, proprio come la città ha sempre fatto quando era meta prediletta in Europa». (j.m.)













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