Il pino secolare spezzato era «sotto osservazione» 

La tragedia sfiorata. Il bimbo travolto martedì assieme alla madre è uscito dalla terapia intensiva L’assessora Strohmer: «Lo stato di salute della pianta? Aspettiamo le valutazioni dei tecnici»


Simone Facchini


Merano. È uscito dalla terapia intensiva il bambino travolto martedì pomeriggio da un pino secolare sulla passeggiata d’Inverno. Le condizioni del piccolo di due anni e mezzo, trasferito ieri nel reparto di chirurgia pediatrica, continuano a essere monitorate con attenzione dal personale medico ma può essere considerato fuori pericolo. La madre, turista germanica di 24 anni, è stata sottoposta a un intervento ancora nella notte dopo l’incidente nel quale aveva riportato la frattura delle vertebre: è stato scongiurato il rischio di paralisi. Un sospiro di sollievo dopo la grande paura dell’altro ieri, quando la dinamica dell’episodio aveva fatto temere il peggio. Rimangono aperti tanti interrogativi sui fattori che hanno determinato il cedimento del tronco della pianta, alta circa venti metri e radicata sul suolo pubblico, in una zona della città ad alta densità di transito e adiacente a un bar con platea di tavolini esterni. Due gli elementi cardine: il fenomeno meteorologico e lo stato di salute dell’albero.

Cura del verde.

Sulle condizioni della pianta ieri in Comune - che ora dovrà attivarsi sul fronte delle assicurazioni stipulate per questo genere di evenienze - nessuno si è voluto sbilanciare. La giunta comunale si è limitata a esprimere «la sua più sincera solidarietà alle persone rimaste ferite nel crollo dell'albero» e augurando loro una rapida e completa guarigione. Gabriela Strohmer, assessora al verde pubblico, ha chiesto di attendere gli esami dei tecnici. Nessuna comunicazione, almeno in via ufficiale, da parte della direzione delle Giardinerie comunali. Sono queste le responsabili della cura attraverso il controllo costante degli alberi secondo un piano quinquennale di manutenzione del patrimonio arboreo, che prevede analisi di diverso grado alle circa ottomila piante ad alto fusto che crescono sul suolo pubblico. Pare che il pino d’Aleppo spezzato dal vento nell’aiuola presso ponte della Posta fosse sotto osservazione ma che le analisi più recenti non imponessero la priorità nella lista degli abbattimenti. Un tema, quello del taglio dei grandi alberi, che spesso ha suscitato levate di scudi e critiche, anche pesanti, da parte dei cittadini nei confronti dell’amministrazione comunale che ha sistematicamente ribattuto illustrando le ragioni di sicurezza che inducono a tagliare una pianta. Proprio di recente si sono tenuti un incontro informativo e vere e proprie visite guidate per dare a tutti la possibilità di farsi un'idea concreta delle possibili malattie di un albero, sulle accortezze prestate e sul perché si decide di abbattere un albero.

Il tronco.

Quello in questione aveva circa un secolo, ha spiegato ieri alla Rai tedesca Valentin Lobis che effettua analisi alle piante per il Comune. Uno dei rari esemplari di pino d’Aleppo in città. Ieri era ancora recintato dai cordoni bianco e rossi, oggetto delle attenzioni dei passanti. Questa mattina si procederà alla sua rimozione. Molti si sono soffermati a osservare l’interno del tronco nel punto dove è avvenuto il cedimento, a un’altezza di sei-sette metri. Saranno i tecnici a dover stabilire la presenza o meno di segnali di debolezza.

La raffica fatale.

Rimane che la folata che ha spezzato il tronco è stata di entità fortissima. «Fortissima, certo, ma di per sé non è un caso eccezionale» afferma Dieter Peterlin, il meteorologo della Provincia. «Raro è invece che possa accadere in città. Tecnicamente non si può parlare di tromba d’aria. Eventi come quello di martedì sono associati a temporali in vicinanza e sono provocati dalla discesa repentina di aria fredda». Una centralina privata di Marlengo, conferma Peterlin, ha rilevato verso le 17 dell’altro ieri velocità del vento fino a 85 km/h ma è verosimile che la raffica fatale fosse ancora più intensa, «perché differenze nella potenza delle raffiche si rivelano anche fra quartiere e quartiere».













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