La Casa di cura costerà 46 milioni 

Il progetto. La Provincia interverrà con un consistente finanziamento che l’Ordine teutonico, costruttore e gestore, auspica fino al 40% dei costi  In via Innerhofer già creata la voragine per fondamenta e garage. Ieri la cerimonia per la posa della prima pietra, consegna entro il 2020


Simone Facchini


Merano. La massiccia presenza del jet set politico amministrativo dà la misura della portata del progetto, almeno tanto quanto le dimensioni della voragine scavata in via Innerhofer sotto al Palace. Per la posa nella prima pietra della nuova casa di riposo dell’Ordine teutonico di Lana, ieri non è voluto mancare Arno Kompatscher, nel giorno del suo 48° compleanno. Del resto la Provincia parteciperà in modo incisivo al finanziamento dei 46 milioni che servono per costruire il complesso. Un indizio era contenuto nella pergamena che sarà inserita nelle fondamenta della costruzione, in un rito di consegna ai posteri, riportante le informazioni più pregnanti del progetto: si parla di 20 milioni provenienti dalle casse bolzanine. Sepp Haller, economo generale dell’ente religioso, ha fatto esercizio di diplomazia, affermando che si tratta di cifre indicative ma allo stesso tempo ha auspicato una partecipazione provinciale fino al 40% del costo dell’opera.

Il cantiere.

Mentre la formalizzazione degli accordi verbali sul finanziamento rimangono in attesa di formalizzazione, il cantiere corre. Dall’enorme scavo già emergono le prime strutture. I lavori procedono secondo programma. La consegna del complesso è prevista entro la fine del 2020, l’entrata in servizio per la primavera successiva. Due anni per vedere realizzato un garage sotterraneo a tre livelli costruito in cemento armato, sopra il quale si ergerà un edificio composto di due fabbricati a quattro e tre piani collegati tra di loro da un volume trasparente. Ospiterà 150 posti letto, ambulatori e spazi comuni. Il suo ingresso verrà ibridato a parco Marconi, per dare sostanza all’idea di un dialogo con la città. Il palazzo occuperà 62 mila metri cubi disposti su oltre 18 mila metri quadrati di superficie. Pressoché un piccolo ospedale.

Piano assistenziale.

Non a caso la cerimonia è stata celebrata ieri, festa di San Giuseppe. La casa di cura prenderà infatti il nome di St. Josef. E mentre Frank Bayard, Gran Maestro dell’Ordine teutonico, benediceva il cantiere e la futura costruzione, emergevano le intenzioni riguardanti l’ammissione alla struttura. Kompatscher, l’assessora provinciale alla sanità Waltraud Deeg e il sindaco Paul Rösch si sono alternati a Sepp Haller al microfono tracciando le linee guida del progetto e del suo piano assistenziale. Ribadendo più volte l’attenzione verso le persone più anziane e coloro che hanno bisogno.

La casa sarà gestita dalle suore di carità dell’Ordine teutonico di Lana e dovrà avvalersi di diverse decine di collaboratori: una sfida, come ricordato da Kompatscher, sarà proprio reperire la forza lavoro professionale necessaria. Oltre al compito principale, l’accompagnamento di persone bisognose di assistenza, l’istituzione si pone l’obiettivo di diventare un luogo di incontro per la comunità. Il “dialogo” con parco Marconi è pensato secondo questa idea. Lo stesso vale per gli spazi aperti al pubblico nel piano terra, come l’offerta gastronomica (caffè con dehors), gli ambulatori medici e la zona di riabilitazione. Il terzo piano dell’ala ovest disporrà di una grande terrazza.

Ospiti.

Il St. Josef si rivolgerà a pazienti colpiti da malattie gravi con un fabbisogno assistenziale intensivo (anche in coma vigile), e a persone che si trovano in una situazione sociale o assistenziale di bisogno o di peggioramento delle condizioni di vita.

Al piano terra saranno inoltre offerte prestazioni ambulatoriali da parte di medici di varie specialità a clienti esterni. Vi saranno inoltre ergoterapisti, fisioterapisti, podologi e infermieri.

L’offerta sarà allargata con ricoveri di durata medio-breve garantendo assistenza diurna e notturna. Possibile la proposta di “rooming-in” con la quale la Casa di cura potrà permettere il soggiorno dei parenti nella stessa stanza dell’ospite.

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