Le nuove commesse all’Iveco chance per gli operai Solland 

L’idea dei sindacati. «Parte dei dipendenti di Sinigo potrebbe essere formata e ricollocata» Intanto ieri fumata nera al tavolo per le assunzioni temporanee ai fini dello svuotamento  


Simone Facchini


Merano. La coincidenza fra la marcia funebre che risuona alla Solland di Sinigo e gli squilli di tromba per le nuove commesse all’Iveco di Bolzano ha fatto balenare un’idea ai sindacati. A margine della soddisfazione per l’intesa fra i ministeri della Difesa e dello Sviluppo economico dell’altro giorno che rasserena il futuro dello stabilimento di via Volta nel capoluogo, Claudio Voltolini, segretario altoatesino della Fim/Cisl, l’altro giorno ha aperto una finestra su un’ipotesi: «E se riqualificassimo i lavoratori ex Solland, almeno in parte, per l’Iveco?». Un sasso nello stagno gettato senza alcuna superficialità, pur con tutte le cautele del caso. Come confermato alla richiesta di un approfondimento. «Sono due notizie molto fresche» commenta Voltolini. «Per l’Iveco ieri (mercoledì per chi legge, ndr) abbiamo concluso con i ministeri un iter che si protraeva da oltre un anno, uscendo da una situazione di cassa integrazione che perdurava da quattro anni con il rischio di ridimensionamento se non della chiusura dello stabilimento». La conferma delle commesse, già quest’anno 15 milioni, 32 nel 2020 e 60 nel 2021 – ma il programma stilato dai due dicasteri arriva fino al 2032 - «consentirà la fine della cassa integrazione entro l’anno e il rientro di una trentina di distaccati in altri stabilimenti del gruppo». Contestualmente, a Merano per i dipendenti della Solland, terminato lo svuotamento degli impianti, si dovrà cercare una nuova collocazione. Un’ottantina le maestranze al momento operative a Sinigo (sempre solo relativamente all’impianto fallito, è bene ricordarlo, ben distinto dalla Global Wafers-Memc che nello stesso sito rimane in piena attività). Nei prossimi giorni dovrebbe essere più chiaro il numero di lavoratori impegnati nella dismissione e con quali tempi. Ieri c’è stato un incontro fra le parti, ma non è stato trovato un accordo. «Era stata proposta l’assunzione in blocco a tempo determinato dei lavoratori della Solland da parte dell’Eco Center - ha fatto sapere Eros Magnago, segretario generale della Provincia - ma il tavolo è saltato perché le richieste dei sindacati in materia di stipendi sono irragionevoli».

Continuano dunque le scintille fra Provincia e lavoratori. Ma mentre si tratta per l’immediato, è anche obbligo guardare già al dopo, a quando la fabbrica sarà dismessa. «Si potrebbe pensare a un progetto con la Provincia che possa provvedere a una riqualificazione mirata di almeno una parte dei dipendenti in uscita dalla Solland, in vista di una possibile ricerca di personale da parte di Iveco», dice Voltolini. Ma c’è una qualche affinità fra le due produzioni? «Certo sarebbe necessario un percorso di formazione, tuttavia all’interno della fabbrica di Sinigo operano periti meccanici e manutentori che potrebbero essere preparati per essere assorbiti dall’Iveco». La conferma delle commesse da Roma ha già azionato lo stabilimento bolzanino sul fronte dell’offerta del mercato occupazionale, in vista di un eventuale ampliamento dell’organico. «L’operazione potrebbe essere un esempio di ammortizzatore sociale attivo. I tempi per attuarla ci sono e per il 2020 potrebbe trovare concretezza».













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