LO STORICO FESTIVAL»BILANCIO A TINTE FOSCHE

MERANO. Chiusa la cinque giorni del festival di Emergency, il Comitato organizzatore si fa sentire, prima di tutto per ringraziare le centinaia di meranesi che hanno scelto il piazzale di via...


di Jimmy Milanese


MERANO. Chiusa la cinque giorni del festival di Emergency, il Comitato organizzatore si fa sentire, prima di tutto per ringraziare le centinaia di meranesi che hanno scelto il piazzale di via Scuderie per passare le serate di musica, gastronomia e intrattenimento. Una voce che diventa più cupa, quando c'è però da tirare le somme, per un lavoro che impegna oltre sessanta volontari per quasi due settimane e il Comitato per un anno intero. Il motivo? «Due giorni di musica in acustico hanno dimezzato gli incassi, rispetto agli altri anni, e quest'anno potrebbe anche accadere che non si riesca a coprire le spese». A spiegarlo è Delia Aguiari, da sempre in prima linea, quando si parla di solidarietà. Già, perché lo scopo della festa è raccogliere fondi per la associazione di Gino Strada. «Vogliamo ricordare che lavoriamo tutti gratis, e il fatto che quest'anno si rischi di non mandare nulla a Gino, infastidisce e fa molto pensare sul senso di tutto questo lavoro», spiegano dal Comitato organizzatore.

Lontananza dal centro, altre feste concomitanti e, soprattutto, due giorni senza amplificazione e musica spenta alle 23, se si esclude la serata di apertura, dove il concerto è durato fino alle 24, sono le cause principali del disappunto di chi da sedici anni organizza la festa. Tutto nasce dalle disposizioni del Comune in materia di musica dal vivo. Le regole municipali, oggetto di proteste e polemiche in tempi recenti, permettono agli eventi un massimo di tre serate di musica con amplificazione consecutive.

«Quest'anno non siamo nemmeno andati vicino agli incassi delle altre edizioni, e per organizzare la manifestazione riceviamo dal Comune la miseria di 1000 euro di contributo», sottolinea Aguiari. In particolare, come detto, sono le due serata che una delibera comunale ha imposto in acustico ad avere fatto sballare i conti: 5000 euro di incasso in totale, ovvero il 50% in meno rispetto alle serate del 2017 quando la musica era diffusa con gli amplificatori. «E per fortuna che non ha piovuto», aggiungono dal Comitato.

Un grido di dolore, quello dei tanti volontari, indirizzato alla giunta meranese, ricordando la natura popolare della festa, giustificata dai prezzi accessibili a tutti. Un esempio: birra grande a soli tre euro! «La frustrazione deriva dal fatto che, alla fine, tanta gente ci aiuta e ci sceglie – spiega Aguiari - nonostante a Maia Bassa sia difficile raggiungerci e poi, quando ci lasciano suonare, alle 23 si debba ritornare a casa». Insomma, un bilancio, quello della sedicesima edizione dedicata a Renata, storica volontaria recentemente venuta a mancare, a tinte fosche che, spiegano dal Comitato, «potrebbe anche essere il preludio per la cancellazione della festa». Una manifestazione che, lo ricordiamo, è divenuta negli anni una delle principali del panorama musicale locale, palcoscenico per artisti altoatesini e ospiti, e il cui Comitato organizzatore nel 2009 aveva vinto il premio solidarietà del Comune.













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