Mensa sociale inadeguata, a maggio la nuova sede 

L’assessore Frötscher ha presentato alla Consulta anziani due possibili opzioni Fino alla fine del 2019 i pasti saranno serviti alle Schweitzer e al Sant’Antonio


di Sara Martinello


MERANO. È in arrivo una nuova sistemazione per la mensa sociale, oggi confinata in uno spazio angusto e sprovvisto di finestre nella galleria di via Mainardo. Entro la fine di maggio e fino alla fine dell’anno, questo l’accordo tra l’assessore al sociale Stefan Frötscher e la Consulta anziani, i pasti saranno somministrati nella mensa della scuola elementare Schweitzer, in via XXX Aprile, e alla clinica Sant’Antonio. Ambienti sicuramente più adatti al pasto, ma anche e soprattutto alla socializzazione, in modo da rendere completo il servizio a persone che spesso vivono nella solitudine.

I problemi sono cominciati nell’autunno del 2017, dopo che la ditta Arma Srl, unica a essersi presentata, aveva vinto l’appalto per la somministrazione dei pasti sia nella mensa sociale, sia a domicilio. Se il regolamento prevede che lo spazio adibito a mensa sia situato nel raggio di un chilometro da piazza Teatro, gli elevati canoni d’affitto del centro hanno avuto un ruolo primario nell’individuazione del locale. Con un appalto da un milione e 200 mila euro per due anni di servizio, la ditta Appa è riuscita a mettere a disposizione soltanto una piccola vetrina nella galleria di via Mainardo. La mancanza di aerazione e la presenza della sola porta d’ingresso come via di fuga in caso di emergenza, insieme a una qualità del cibo che gli utenti giudicano peggiorata rispetto agli standard della vecchia mensa di via Verdi gestita dalla Caritas, hanno provocato l’evaporazione di più della metà dei frequentatori abituali della mensa. Di qui la petizione indetta lo scorso dicembre da Cgil, Cisl, Uil e Asgb per chiedere la revoca dell’appalto, la gestione diretta del servizio e il trasferimento in una sede confortevole e più capiente, oltre al miglioramento del menù. Mentre decine di utenti stanno firmando la petizione, recentemente Frötscher si è incontrato con la Consulta anziani, cui ha comunicato la novità. «Serviva che si aprisse la possibilità giuridica e che al contempo si manifestasse la disponibilità di Arma Srl – spiega l’assessore –. Ora abbiamo trovato il cavillo giuridico che permette di scorporare la mensa dal servizio a domicilio». Per cinque giorni la settimana, dunque, i pasti saranno serviti alle Schweitzer, e per due al Sant’Antonio. Nessuna novità, invece, sul fronte della richiesta di una maggiore cura del menù.













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