Mensa sociale, la Caritas non fa dietrofront 

La rinuncia due anni fa: il precedente gestore esclude un ripensamento L’attuale appalto biennale, assegnato nel 2017, vale 1,2 milioni di euro


di Ezio Danieli


MERANO. La protesta degli anziani per gli spazi inadeguati, per il senso di insicurezza e per il lamentato calo di qualità dei pasti serviti hanno indotto i sindacati a chiedere al Comune la revoca dell'appalto alla ditta Arma del servizio alla mensa sociale di via Mainardo. Ma il precedente gestore della mensa, la Caritas (che forniva il servizio in via Verdi), non è intenzionata a tornare in lizza.

Dice il direttore della Caritas, Paolo Valente, che «a quella mensa, dove tutti possono mangiare, la Caritas ha rinunciato nel 2017 preferendo dirottare altrove i fondi che erano necessari. Nel periodo della nostra gestione abbiamo puntato molto sulla ristrutturazione e sulla qualità del cibo che ora, a giudicare dalle critiche che vengono sollevate, non è più gradita dagli utenti. Non voglio entrare nel merito delle scelte che sono state fatte. Evidentemente non hanno rispettato le attese».

Ma se c’era qualcuno che sperava, considerata la situazione, che l’organizzazione caritatevole potesse tornare sui suoi passi e rimettersi in gioco, deve abbandonare l’idea. «Come Caritas - taglia netto Valente - non siamo più interessati ad una gestione della mensa, preferendo dirottare su chi ha più bisogno il nostro impegno».

È dall'agosto 2017 che la Caritas diocesana non si occupa più della gestione della mensa sociale e della consegna dei pasti caldi a domicilio agli anziani che ne fanno f richiesta in Comune. A sostituire l'ente diocesano la società Arma srl in associazione d'impresa con la società cooperativa Cir Food. L'azienda di catering alimentare, che è da anni presente a Merano con una propria mensa nella zona produttiva di via Montecatini a Sinigo, è stata l'unica a partecipare all’ultima gara d'appalto indetta dal Comune di Merano. Rispetto al prezzo d'asta fissato dal Comune in 1,212 milioni di euro per due anni, Arma si è aggiudicata la gara con un ribasso di appena 12 mila euro, presentando cifra tonda a 1,2 milioni.

A spianare la strada al successo nel bando di gara ha contribuito anche la stessa Caritas, ente che, come detto, gestiva precedentemente il servizio. Anticipando i tempi della fine della convenzione stipulata con il Comune a gennaio 2017 l'ente aveva comunicato in municipio l'intenzione di non voler più continuare con la propria attività. L'assessore al sociale Stefan Frötscher aveva pubblicamente affermato che il ritiro era dovuto a ragioni economiche, ossia il prezzo messo a bando di gara per Caritas era insufficiente a coprire i costi per essere redditizio.

La precedente gara indetta dal Comune risaliva al 2013. In quell’occasione vennero messi a bando 60 mila pasti con un prezzo base di 577 mila euro. La Caritas in prima istanza venne battuta dalla Dalfood e Mebo Coop, ma per la mancanza di alcuni documenti, la gara venne poi assegnata al secondo classificato, ovvero la Caritas con un ribasso del 2,2% sul prezzo a base d'asta.













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