Musica nei locali, «no» a regole più elastiche 

Rösch: «Eccezioni già previste, la modifiche proposte darebbero vita a conflitti» Balzarini: «Calpestate mille firme e il buon senso. Svp appiattita sui Verdi»


di Simone Facchini


MERANO. L’articolo del Regolamento di polizia urbana sulla musica nei bar e in particolare al loro esterno resta così com’è. A nulla sono valse le mille firme a supporto della proposta di modifica presentata in consiglio comunale dalla Civica per Merano. La maggioranza ha bocciato i tre ritocchi all’articolo su orari e amplificatori esterni. Una bocciatura che pare mettere una pietra tombale sull’esortazione a mettere mano alla normativa zampillata a seguito delle intimazioni dei vigili urbani, risalenti a qualche mese fa, a disinstallare gli impianti acustici esterni ad alcuni locali e qualche relativa multa che aveva indotto a chiedere al mondo giovanile e ai baristi maggiore flessibilità.

In sostanza la Civica chiedeva di permettere l’uso di box esterni - al momento vietati - per diffondere la musica dalle 8 alle 22 tarando i decibel su “limiti accettabili”, di consentire quando fa caldo di lasciare le porte aperte dei bar anche dopo le 23 pur con stereo in funzione (al momento se c’è musica all’interno è d’obbligo chiuderle), sempre con “volume moderato e tollerabile”, e di prorogare l’orario della musica dal vivo all’esterno unicamente il sabato sera tra giugno e agosto di un’ora, spostando il limite dalle 23 alle 24. Istanze alle quali sono sensibili in particolare i locali dove la gente trascorre il tempo libero e le sue serate, quelli del centro.

Le ragioni di Rösch. Dopo un pizzicotto alla Civica («queste regole le hanno fatte anche loro la scorsa legislatura») e difendendo l’attuale formulazione delle norme, per motivare la contrarietà all’approvazione della modifica il sindaco Paul Rösch ha additato l’indeterminatezza di alcuni passaggi che genererebbe confusione ma anche impossibilità di applicazione. Non lo convincono espressioni come “volume moderato e tollerabile”, ritenute vaghe perché portano a chiedersi «tollerabile per chi? Per gli ospiti del locale o per chi abita sopra? E chi stabilisce che le temperature sono tali da indurre a tenere le porte aperte?».

Di fatto, ha aggiunto Rösch – oltre a lui per la maggioranza è intervenuta solo Cristina Kury – «il Regolamento offre già margini di manovra: a detrminate condizioni il sindaco può autorizzare l’uso degli amplificatori esterni, ma ad oggi è pervenuta una sola richiesta e non da parte di un bar o un locale dove si fa musica, ma per la terrazza di casa Kolping in via Cavour. Sono ben lieto di valutare eccezioni se mi viene presentata una domanda dettagliata che spieghi quale tipo di musica si intenda offrire, con quali orari e quali misure si abbiano in animo per tutelare i vicini». Infine sugli orari: «Merano ha da tempo regole più permissive rispetto a quelle statali dove il limite è delle 22, concedendo permessi fino alle 23, e come già detto sono pronto ad allungare alle 24 in occasione di eventi che si svolgono nei prefestivi. Le modifiche proposte non cambierebbero la situazione e per la loro indeterminatezza creerebbero ulteriori conflitti».

Balzarini critico. «Francamente non me lo aspettavo». Giorgio Balzarini che della Civica si era fato latore della richiesta auspicava che le mille firme «e il buon senso» avessero potuto trovare comprensione nella maggioranza «anche perché non si tratta di un argomento nei patti di giunta. E le richieste erano circostanziate. Che i Verdi votassero contro era prevedibile ma mi attendevo qualche supporto dal Pd, da Alleanza, dalla Svp. In particolare proprio dalla Volkspartei, che in commissione aveva votato a favore (con Freund e Hörwarter astenuti in aula, ndr). Si è piegata al volere dei Verdi e di Kury, rimanendo fredda e immobile. Appiattita sul diktat del partner di giunta. Nessuno di loro ha preso la parola per abbozzare una motivazione. Non era, questa Svp, vicina alla gente, ai giovani, agli esercenti? Quanto ai permessi le precondizioni scoraggiano le richieste. Si sa già che sarebbero bocciate, penso a un’autorizzazione a un locale del Corso: creerebbe un precedente e il permesso dovrebbe poi essere esteso a ai bar vicini facenti domanda, pena scatenare una cascata di ricorsi».













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