Omicidio Riffeser, «Beutel capace di intendere»

Merano. Johannes beutel, il giovane austriaco in carcere per aver assassinato a quarazze la moglie alexandra riffeser con 43 coltellate, era in grado di intendere e di volere al momento del fatto e...



Merano. Johannes beutel, il giovane austriaco in carcere per aver assassinato a quarazze la moglie alexandra riffeser con 43 coltellate, era in grado di intendere e di volere al momento del fatto e dunque è pienamente imputabile. è la conclusione a cui è giunto il perito d’ufficio incaricato della perizia psichiatrica.

Nelle scorse settimane era emerso che l’imputato da alcuni mesi prima del dramma fosse in cura in austria a seguito a seguito di una situazione psichica non ottimale provocata da un prolungato stato di stress.

A trasmettere la documentazione medica di riferimento erano stati il medico di base dell’uomo ed il medico aziendale. più precisamente era stato quest’ultimo a rendersi conto che beutel non stava bene e che era alle prese con gli effetti di uno stato di stress molto serio. il medico non sottovalutò la situazione e prescrisse al paziente una cura a base di farmaci antidepressivi dopo essersi accorto della situazione circa un mese prima dell’omicidio. sarebbero state soprattutto le responsabilità in campo lavorativo a provocare i principali problemi a johannes beutel che per anni si era sempre rivelato persona assolutamente affabile, gentile e soprattutto tranquilla. nelle settimane precedenti il terribile omicidio della moglie, beutel aveva però evidenziato una grave forma di depressione, provocata - secondo le prime indicazioni cliniche - come detto dallo stress accumulato al lavoro. che la situazione fosse pesante venne rilevato anche da alcuni colleghi dell’omicida che avevano segnalato ai dirigenti di reparto la necessità di riconoscere all’uomo un periodo di riposo per cercare di fargli recuperare lucidità e tranquillità. purtroppo ogni decisione venne successivamente rinviata. lo stesso medico aziendale aveva fatto pervenire a periti e consulenti psichiatrici del processo in italia, una indicazione dettagliata della cura a base di antidepressivi prescritta all’imputato. sembrava che la situazione fosse nettamente migliorata.

La documentazione clinica fornita al perito nominato dal giudice avrebbe però confermato che l’imputato sarebbe stato sempre lucido e perfettamente in grado di rapportarsi correttamente con la realtà. il perito è dunque giunto alla conclusione che johannes beutel anche al momento del dramma era in grado di intendere e di volere.

L’imputato dunque, era in grado di capire cosa stesse facendo e le conseguenze dei colpi inferti alla consorte che venne letteralmente massacrata a conclusione dell’ennesimo litigio. ora la posizione processuale di beutel si aggrava sotto il profilo processuale. MA.BE

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