Parco fluviale per famiglie per combattere il degrado 

Il progetto preliminare presentato è opera dell'architetto Karin Elzenbaumer Nella zona dove i meranesi facevano il bagno oggi c’è anche un campo nomadi


di Jimmy Milanese


MERANO. Presentato, l’altra sera, presso la parrocchia di Santa Maria Assunta, il progetto preliminare realizzato dallo studio Freilich e relativo alla riqualificazione dell’area della confluenza grazie alla realizzazione di un nuovo parco fluviale. Ancora una volta, l’amministrazione comunale, rappresentata dal sindaco Paul Rösch e dall’assessora Gabriela Strohmer, ha scelto di chiamare i cittadini del quartiere per partecipare alla definizione del progetto definitivo. In una sala gremita, e alla presenza di molte categorie di cittadini che hanno interesse alla sistemazione di una delle zone più degradate della città, è iniziato il processo che porterà a trasformare la zona di intersezione del fiume Adige con il fiume Passirio in un parco pubblico per la città.

«Riqualificare questa zona non significa immaginare qualsiasi tipo di costruzione, perché le condizioni geologiche particolari non consentono la realizzazione di edifici che superino il metro di altezza, e i materiali utilizzati dovranno essere in grado di sopportare eventuali esondazioni dei due corsi fluviali», ha spiegato Roland Schweitzer dell’Ufficio bacini montani ovest della Provincia di Bolzano, aggiungendo che alla zona è stato assegnato un livello di pericolo idrogeologico medio- basso.

Proprio per questo motivo, il progetto preliminare presentato dall’architetto Karin Elzenbaumer, in sostanza un parco pubblico per giovani e famiglie, prevede una serie di limitazioni, delle quali i cittadini intervenuti con le loro idee e proposte hanno dovuto tenere conto.

Quello che era una volta il lido dove i meranesi andavano a fare il bagno oggi è parzialmente occupato da un campo nomadi, oltre ad essere attraversato dalla superstrada MeBo. Una struttura viaria, ha spiegato Strohmer, «che dovrà essere risanata dalla Provincia, anche se ad oggi non sappiamo quando e come, ma è ovvio che la costruzione del parco fluviale dovrà tenere conto di questo fattore».

Per cercare di sanare uno dei più macroscopici errori urbanistici della città, lo studio Freilich ha immaginato la totale pavimentazione dell’area e, per quanto possibile, il mantenimento della flora presente, oltre alla realizzazione di una serie di strutture ludiche e il passaggio della ciclabile che da Lagundo raggiunge Merano, adiacente ai campi da calcio e con proseguimento lungo il fiume Passirio. I lavori di messa in sicurezza della zona, già iniziati con la realizzazione parziale del muro ciclopico che sostiene l’areale per la popolazione sinta, dovrebbero prevedere anche la presenza di una piazzetta disposta su due piani e alberata (si prevede di piantarci tamarischi).

Molti i suggerimenti dei cittadini intervenuti all’assemblea civica, tra i quali la richiesta di realizzazione di un’area ludica per gli streetworker, ma anche la costruzione di uno stand/bar che possa rendere attraente la sosta nel nuovo parco. Molto appassionato, invece, l’intervento di Mauro Spagnolo, ex meranese, ma soprattutto ex funzionario provinciale dell’Ufficio bacini montani ovest, responsabile per la zona di Merano e “padre” delle terrazze sul Passirio. «Affinché questo parco non diventi un’isola nel deserto – ha spiegato Spagnolo – è necessario collegare il rione Marlengo con la zona della confluenza attraverso un ponte che permetta la maggiore affluenza possibile alla nuova zona ludico-ricreativa».

Inoltre, ha aggiunto l’ex funzionario, nella gestione della zona sarà necessario coinvolgere i comitati di quartiere delle due sponde del Passirio, esattamente come è avvenuto per il parco Marlengo, frequentato assiduamente dai cittadini della zona e per questo mantenuto in buone condizioni igienico-sanitarie.

Su questo tema è intervenuto un rappresentante dell’Associazione pescatori Lana-Marlengo-Cermes, avvertendo che la realizzazione di un nuovo parco frequentato soprattutto da bambini dovrà essere accompagnato da misure di carattere sociale e di integrazione della popolazione sinta presente nell’area. Infatti, ha spiegato il pescatore, «accade troppe volte che quando uno dei nostri soci, munito di regolare permesso, si reca nella zona della confluenza per una sessione di pesca, dalla popolazione sinta arrivino minacce, richieste di denaro o, addirittura, che ci venga quasi impedito il transito verso la zona di pesca». A questo proposito il sindaco Rösch ha spiegato come siano in corso dei progetti di integrazione mirati proprio a evitare questi comportamenti da parte di alcuni membri della popolazione sinta.

Ad ogni modo, l’amministrazione comunale ha spiegato che suggerimenti, idee o rimostranze relative alla realizzazione del nuovo parco fluviale possono essere inviati via mail agli indirizzi annischwarz@comune.merano.bz.it o gabriela.strohmer@comune.merano.bz.it













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