Prestazioni non pagate, l’Asl perde 177mila euro 

In molti casi si tratta di ticket per accessi non pertinenti al pronto soccorso Ma c’è un paziente con un conto non saldato che ammonta a 20.400 euro



MERANO. Il comprensorio sanitario di Merano per il terzo anno consecutivo si arrende di fronte a quei pazienti che hanno usufruito di prestazioni sanitaria in ambulatorio, al pronto soccorso o in ospedale e che si sono guardati bene dal pagare il ticket richiesto o la prestazione. Mai come in questa occasione però, l'importo che la direttrice dell'ufficio economico finanziario dell'Asl meranese Giovanna Summerer ammette di non riuscire a incassare, è stato così alto.

Con una determina pubblicata l'altro giorno sul sito dell'Azienda sanitaria viene certificato che il comprensorio rinuncia a 177 mila euro di ticket e contropartite finanziarie di fronte a prestazioni garantire ai pazienti. Neanche mettendo insieme i due anni precedenti si raggiunge una somma simile. Lo scorso anno erano state infatti stralciate 1.100 prestazioni per 53 mila euro, nel 2016 erano stati girati a perdita 118 mila euro a fronte di oltre 5 mila voci.

La perdita di 177 mila euro per le casse sanitarie corrisponde questa volta a 1.258 posizioni. In molti casi si tratta di ticket da 15 euro che non sono stati pagati a fronte di accessi non pertinenti al pronto soccorso, ma in un caso il conto non saldato da un paziente ammonta addirittura a 20.400 euro, un importo enorme se si pensa che stiamo parlando di prestazioni sanitarie. In altri 14 casi i pazienti hanno lasciato l'ospedale senza pagare un conto da 6.800 euro.

La maggior parte dei mancati incassi è da attribuire ai servizi garantiti dall'ospedale di Merano (167 mila euro) mentre l'ospedale di Silandro con la stessa determina rinuncia a novemila euro.

Le motivazioni che hanno portato l'ufficio economato a rinunciare agli incassi maturati nella maggior parte tra il 2007 e il 2008, quindi almeno dieci anni fa, sono legate alla irreperibilità del paziente, al decesso dello stesso, al trasferimento di residenza e alla impossibilità di trovare un nuovo recapito. In dieci anni non si è in sostanza stati in grado di trovare il paziente e neppure di incassare quello che avrebbe dovuto pagare per le prestazioni ottenute.

Nella determina viene spiegato che la nuova residenza dei pazienti non è stata trovata neppure facendo ricorso all'anagrafe dei Comuni o tramite ricerca presso i datori di lavoro. Di fatto non sono emersi recapiti validi oppure i destinatari del sollecito di pagamento sono stati dichiarati irreperibili. Il tutto mentre sullo sfondo c’è la multa di 35 euro decisa dalla Provincia, introdotta dal prossimo maggio, per i casi non gravi che si presentano al pronto soccorso o per la mancata disdetta delle visite specialistiche prenotate. (rog)













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