Scuola, anche il Gandhi verso la «settimana corta» 

È l’ultimo istituto con lezioni pure il sabato: martedì 27 marzo la decisione Con l’orario su cinque giornate e i rientri pomeridiani si apre la questione mense 


di Giuseppe Rossi


MERANO. Anche l'ultimo baluardo del fare scuola secondo le vecchie regole è destinato a scomparire. Negli ultimi anni la corsa alla settimana corta, con lezioni sui banchi di scuola organizzate dal lunedì al venerdì, con sabato libero per famiglie e alunni, rimpiazzati da rientri pomeridiani, aveva coinvolto un po' tutti gli istituti scolastici, anche quelli italiani. Prima le scuole elementari, poi le medie. Unica eccezione in città fino a ora era rappresentata dall'istituto superiore Gandhi allo school village, praticamente licei e ragionerie di lingua italiana. Il prossimo 27 marzo il consiglio d'istituto della scuola superiore guidata dal preside Riccardo Aliprandini dovrà definitivamente esprimersi sulla introduzione, a partire dal prossimo anno scolastico e quindi da settembre, della settimana corta.

A dire il vero l'iter per la trasformazione dell'orario delle lezioni era partito lo scorso mese di dicembre, quando il consiglio d'istituto del Gandhi con nove voti favorevoli e cinque contrari aveva deciso di adeguarsi alla settimana corta. Della decisione sono stati già informati negli ultimi mesi in sede di iscrizione i genitori dei nuovi alunni che da settembre frequenteranno le prime classi superiori. Prima del 27 marzo, giornata di riunione del consiglio d'istituto, l’iter ha previsto di sentire i pareri ufficiali del comitato genitori, degli studenti e del collegio dei docenti. Ma di qui a fine marzo dovrà esprimersi anche il gruppo di lavoro che è stato incaricato di elaborare tre proposte di nuova articolazione dell'orario delle lezioni, sulle quali il consiglio d'istituto dovrà contestualmente prendere posizione.

Con la riduzione delle giornate di lezione, per forza dovranno essere introdotti o aumentati i pomeriggi di lezione in classe e l'amministrazione comunale dovrà prepararsi ad adeguare il proprio servizio di refezione scolastica. Con i rientri pomeridiani è infatti inevitabile che aumenti ulteriormente la domanda di mensa scolastica presentata dalle famiglie i cui figli frequentano licei e ragionerie all'istituto Gandhi. Si parla di almeno duecento ragazzi, ma la cifra potrebbe crescere fino a cinquecento unità se l'adesione al servizio mensa fosse massiccia. E non è detto che il Comune con la sola apertura della mensa alle scuole elementari Tappeiner di via Galilei riesca a far fronte alla crescente domanda. Non è escluso che i rientri pomeridiani anziché due possa essere concentrato in un solo. L’assessore Stefan Frötscher nei giorni scorsi, presentando i dati sulle mense scolastiche, aveva accennato alla richiesta avanzata al Gandhi, nel caso decidesse per la settimana corta, di evitare sovrapposizioni nei rientri nelle giornate di maggiore afflusso al servizio di refezione, il martedì e il giovedì.

L'ultimo istituto ad essersi convertito alla settimana corta prima del Gandhi era stata la scuola media Segantini. Nessuno ancora è però riuscito a stabilire, magari con una ricerca approfondita, l'effetto delle lezioni su cinque giornate per i ragazzi e il loro apprendimento. Stare a casa al sabato è un lusso per alunni e insegnanti, forse anche una comodità per i genitori, la stare sui banchi a scuola per almeno un paio di pomeriggi a settimana potrebbe voler anche dire apprendere di meno. Dopo sei ore di lezione al mattino, l'attenzione degli studenti può essere la stessa per le ore in classe al pomeriggio?













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