Secondo sequestro di falso speck Igp 

Nel mirino due aziende di Silandro. Si tratta - con gli altri salumi - di oltre 13 tonnellate di prodotti e di oltre 1 milione di etichette ingannevoli In 182.323 casi rilevati falsi riferimenti all’Italia per merce prodotta in Austria. Requisiti anche würstel, pancetta e carré stagionati 


Massimiliano Bona


Silandro. Secondo maxi-sequestro di speck, würstel, pancetta e carré stagionati – per un totale di 13 tonnellate di merce - nel giro di poche settimane nel Burgraviato (tra Merano e Silandro) a cura dei carabinieri del Reparto Tutela Agroalimentare (R.A.C.) di Parma, in collaborazione con l'Arma territoriale e il personale dell’Asl di Merano. Ritirate dal mercato anche un milione di etichette ritenute ingannevoli per i consumatori. Si tratta di un’operazione a tutela soprattutto dell'indicazione geografica protetta «Sudtiroler Speck Alto Adige I.G.P» che conferma ancora una volta come in questo comparto ci siano aziende che per massimizzare i profitti non esitano ad aggirare le regole. I legali rappresentanti delle società interessate dalle complesse indagini sono stati denunciati per «concorso in vendita di prodotti industriali con segni mendaci», in relazione all'articolo 4 della legge 350/2003, a tutela del «Made in Italy».

La merce sequestrata.

Il reparto specializzato dell’Arma ha ritirato dal commercio oltre 5 mila confezioni di carré di maiale per 540 chili e 182.323 etichette con falsi riferimenti al tricolore mentre erano prodotte in Austria e destinate al mercato estero, oltre 4 mila chili di prodotti di carne semilavorati destinati alla produzione di wurstel per mancanza di tracciabilità, 60 mila confezioni di pancetta e carrè stagionati, pari a 8.637,72 chili e 1.540.150 etichette per indebita evocazione dell'indicazione geografica protetta «Sudtiroler Speck Alto Adige Igp». Ammonta a 170 mila euro il valore complessivo della merce requisita e a 29.500 euro il totale delle sanzioni anche per violazioni al disciplinare di produzione e al piano di autocontrollo prescritto per il marchio Speck Alto Adige Igp.

L’origine italiana.

La norma considera «fallace l’indicazione (con sanzioni pecuniarie da 10 a 250 mila euro) e l’uso del marchio, da parte del titolare o di chi ha acquistato mediante contratto di licenza il diritto di sfruttarlo commercialmente, con modalità tali da indurre il consumatore a ritenere che il prodotto o la merce sia di origine italiana».

Il precedente di due settimane fa.

Il 12 marzo scorso, sempre i carabinieri del Reparto di tutela agroalimentare di Parma, avevano sequestrato poco meno di 7 tonnellate di carne e insaccati privi di indicazioni sulla provenienza in tre aziende a Postal, Trodena e Naturno. La quasi totalità del sequestro riguardava tranci e lavorati di carne privi di rintracciabilità. Nell’occasione erano stati ritirati anche 4 mila confezioni di Speck Alto Adige Igp senza lotto di produzione e 127 kg di salumi perché era impossibile stabilirne la provenienza.

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