Slot, “mangiati” in città 100 milioni in un anno 

Giovani e azzardo, una mostra interattiva in sala civica svela l’inganno Rivolta alle scolaresche, spiega i trucchi matematici e la psicologia del gioco


di Sara Martinello


MERANO. Il calendario della mostra interattiva sulla prevenzione del gioco d’azzardo nella sala civica di via Otto Huber è già denso delle prenotazioni delle scolaresche meranesi, che con l’aiuto di una società di esperti stanno scoprendo in questi giorni che cosa ci sia davvero dietro a slot machine, roulette e lotterie. Il laboratorio “Fate il nostro gioco” – elaborato da Taxi 1729, società torinese di formazione e di comunicazione scientifica – è proposto dal Forum prevenzione, in collaborazione con il Comune di Merano e col sostegno del dipartimento salute, sport, politiche sociali e lavoro della Provincia di Bolzano.

Si aggira tra l’1 e l’1,5% la percentuale di altoatesini che ha sviluppato una dipendenza problematica dal gioco d’azzardo, ed è altissimo il sommerso – soprattutto del gioco online. La Provincia di Bolzano è anche l’unica sul suolo nazionale a dare l’1,5% degli introiti del gioco d’azzardo alla prevenzione, alla terapia e alla riabilitazione. Ma non basta: nella sola Merano, nel 2016 sono stati giocati alle slot machine quasi 100 milioni di euro, per una media di circa 2500 euro pro capite. «Fermandosi in uno dei punti di ristoro lungo la Me-Bo può capitare di sentire qualcuno chiedere un cappuccino, una brioche, delle sigarette e, perché no, anche un biglietto del gioco d’azzardo. E alla fine sono 30 euro – così il sindaco Paul Rösch durante la conferenza di presentazione del laboratorio –. L’assessorato al sociale si adopera molto, soprattutto coi giovani, ma forse dovremmo interrogarci sul valore che diamo a ciò che è immateriale, ai soldi. E fare ancora più cultura». Va in questa direzione la mostra in via Huber. Come spiegato da Giuditta Sereni del Forum prevenzione, «l’obiettivo è di creare spirito critico per evitare che si arrivi a comportamenti problematici, con l’aiuto di una rete provinciale in cui rientrano il Serd, la Caritas e i Comuni. Sono i professionisti del Serd, per esempio, che il martedì pomeriggio, qui nella sala civica, offriranno consulenze anonime e gratuite a chi lo desideri».

Sono le scommesse sportive, insieme ai gratta e vinci, a catalizzare l’attenzione dei più giovani, attratti anche da un “gaming” (il giocare online con altri “gamer” senza puntare valuta) che però si va avvicinando sempre più al “gambling”, il gioco d’azzardo vero e proprio. «Le scommesse sportive sono interessanti dal punto di vista psicologico – interviene Diego Rizzato, di Taxi 1729 – perché c’è l’illusione che l’abilità abbia un ruolo: “Mi sono informato, quindi mi illudo di poter avere un vantaggio rispetto al banco”». Ma come funziona la mostra? «Il percorso interattivo permette di “aprire” il gioco e di mostrare che cosa ci ha messo dentro chi l’ha inventato – riprende Rizzuto –. Spieghiamo la parte matematica, una matematica non banale che molto prende dal calcolo probabilistico ma che nel racconto è anche alla portata degli studenti. E poi, gli aspetti psicologici: illustriamo le trappole cognitive che fanno venir voglia di tornare a investire ciò che si è perso, concedendo al giocatore delle piccole vincite e dandogli la sensazione di aver “quasi vinto” ogni volta che perde. Fino alla cosiddetta “rincorsa delle perdite” o “break even effect”, quando il giocatore cerca di recuperare quanto perso».

La mostra resterà aperta fino al 20 dicembre dal lunedì al giovedì dalle 8.30 alle 16.30, il venerdì e il sabato dalle 8.30 alle 22 e la domenica dalle 10.30 alle 18.30.













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