Solland, slitta lo svuotamento  

Prorogati ad aprile i tempi per le procedure di trasformazione: per gli operai un barlume di speranza


di Simone Facchini


MERANO. Si allungano i tempi per lo svuotamento del clorosilano alla Solland Silicon, la fabbrica fallita due anni fa. La dilatazione delle procedure ordinate dal governatore Arno Kompatscher tiene ancorati per i prossimi sei mesi, fino al 30 aprile, i tecnici addetti allo stabilimento di Sinigo, molti dei quali altamente specializzati. Sulla situazione il segretario generale della Provincia, Eros Magnago, relazionerà domani al ministero dello Sviluppo economico, lo stesso che all’inizio della vicenda doveva fungere da appoggio per uscire dalla crisi. Ma alle intenzioni Roma non ha fatto seguire nulla di concreto. «Lo svuotamento doveva essere completato entro ottobre, servirà invece più tempo. Siamo a metà del percorso», conferma Magnago. Sono già passati oltre due anni da quando, nell’estate 2016, Kompatscher firmò la prima ordinanza urgente per mantenere in sicurezza la fabbrica dove si maneggia il triclorosilano, gas dall’altissimo potenziale di pericolosità. Per le procedure, comprese quelle di svuotamento delle 800 tonnellate di clorosilano, la Provincia ha già stanziato circa 13 milioni di euro e ogni mese se ne aggiungono 6-700 mila. La curatela, dopo il fallimento, ha indetto sei aste per vendere lo stabilimento. Diversi potenziali interessati hanno fatto sopralluoghi in loco. Sono state intavolate più trattative. Ma alla fine nessun accordo è stato raggiunto.

In questo quadro nelle scorse settimane si è insinuata l’iniziativa di un nuovo gruppo che starebbe tentando in extremis di reperire i fondi necessari per una nuova cordata. Una lettera d’intenti è stata inviata proprio al ministero per lo Sviluppo economico. La produzione non riguarderebbe più silicio per il solare fotovoltaico, perché la Cina ha voracizzato il settore, ma per l’elettronica, settore nel quale Merano è riconosciuta come centro di eccellenza. «In questa vicenda bisogna porre il condizionale su tutto», mette in guardia Maurizio Albrigo della Cisl. «La Provincia ha prorogato i termini per lo svuotamento fino ad aprile. Abbiamo nel frattempo avuto notizia dell’interessamento di un nuovo soggetto. Una settantina di persone fino ad aprile dell’anno prossimo continueranno a vigilare sulla sicurezza dell’impianto e a lavorare il triclorosilano. Intanto si potrà capire di più sulla concretezza delle intenzioni del nuovo gruppo. In caso di riattivazione sarebbero almeno 140 i lavoratori necessari alla produzione». Nel frattempo la Provincia prosegue sul binario dello svuotamento e in parallelo si sta attivando con i propri uffici per l’accompagnamento del personale nella ricerca di nuovi sbocchi professionali.















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