Tennis e regimi, miss e motori: la Merano che fu 

Venerdì saranno rispolverati eventi degli anni ’30 e ’50 Dalle sfide sotto rete a quelle in auto e in passerella 



MERANO. Merano è una città che riserva una densità speciale di momenti storici e personaggi di rilievo che ne hanno segnato le vicende. Lo dimostra anche “Story Time Again”, la rassegna, costola della serie di reportage di viaggi “On the Road Again”, è organizzata dal duo Enzo Nicolodi e Max Carbone . Questo venerdì pomeriggio alle ore 17 “Story Time Again” al celebra il suo quarto appuntamento. In via Plankestein 12 (ingresso gratuito) questa sarà la volta di fatti risalenti alla Merano tra gli anni Trenta e Cinquanta. A presentare la serata di storia e racconti sarà Jimmy Milanese, collaboratore del nostro giornale, che ricorderà due eventi poco conosciuti della vita della nostra città.

Accompagnato dalla voce del soprano Naimana Casanova, nel bel mezzo di una degustazione di vini offerta ai partecipanti, verranno proiettati alcuni video inediti dell'istituto Luce che accompagneranno le vicende del Tennis Club Merano tra le due guerre e, successivamente, alcuni avvenimenti che all'inizio degli anni Cinquanta calamitarono Merano al centro della scena internazionale.

Sotto rete. Quindi, la storia del Tennis Club Merano, oltre 150 anni di vita e un periodo, erano gli anni Trenta, quando sui campi del centrale si disputava il Torneo Internazionale di Tennis che metteva in palio la prestigiosa Coppa Lenz e la Coppa Mussolini.

A Merano, il tennis arriva proprio perché una nobildonna austriaca aveva deciso di seguire il suo medico di fiducia, Franz Tappeiner, appena trasferitosi da Vienna nella nascente città di cura. Ma è proprio in pieno regime fascista, quando Adolf Hitler ha appena conquistato il potere, che il torneo diventa meta dei più importanti giocatori di tennis al mondo. In mancanza di classifiche Atp, la partecipazione alle competizioni avveniva grazie a lettere di raccomandazione, spesso inviate da ricchi imprenditori o uomini politici che sponsorizzavano i loro amanti per raggiungerli poi a Merano dove si consumavano tradimenti lontani dalle mura domestiche. E tra queste lettere, spiccano alcuni nomi importanti della società tedesca e francese.

Tra le ospiti del torneo, era il 1930, anche Vittoria Valerio, vera e propria leggenda del tennis mondiale, amica personale del Duce, tanto da averlo convinto a costruire il Foro Italico di Roma. Valerio a Merano giocò in coppia con la tedesca Cilly Aussem, giunta in città assieme al celebre marito Bill Tilden. Cinque anni dopo, nell’edizione del 1935, un incidente internazionale, ovvero un caso di razzismo tra la madre di Giuliana Gironi, forte giocatrice italiana, e una giocatrice tedesca, venne placata dai giudici e dall'intervento delle autorità presenti sul campo. Mentre si consumava questo incidente, sul campo accanto si allenava il tedesco Gottfried von Cramm, protagonista della storica sconfitta con Don Budge che valse all'atleta teutonico la condanna al carcere direttamente da parte di Hitler.

Agip e miss. A seguire, nel corso della serata di venerdì, un salto di quasi venti anni, con la città che provava a uscire dalle ferite della seconda guerra mondiale. Ancora divisa tra italiani e tedeschi, Merano diventava la sede internazionale per un fatto che cambiò la storia della nostra nazione. Era l'estate del 1952 e in città l'imprenditore Enrico Mattei presentava alla stampa di tutto il mondo il logo del marchio Agip. L'occasione era l'arrivo di una gara di automobilismo, il mitico Trofeo Supercortemaggiore alla quale piloti come Manuel Fangio e Alberto Ascari presero parte. La città venne letteralmente invasa dai magnati della industria petrolifera italiana e da diverse spie inviate dalle “Sette sorelle”, ospitate negli hotel cittadini presi d'assalto per tutta l'estate data la concomitanza con due eventi. Infatti, mentre al Lido si allenava la nazionale italiana di nuoto, tra le cui file faceva bella mostra Carlo Pedersoli che da li a poco avrebbe fatto strada nel cinema con lo pseudonimo di Bud Spencer, al Kurhaus si svolgeva il concorso di bellezza Miss Italia. Una manifestazione fortemente contestata dalla popolazione di madrelingua tedesca e dalla chiesa locale che in quelle ragazze poco vestite vedeva il messaggero del demonio. A vincere il concorso, la romana Eloisa Cianni che dalle colonne della rivista “Epoca” si sarebbe occupata di tutta quella serie di personaggi che gravitavano «attorno alle ragazze solo per cercare di cogliere qualche fiore».

Tra questi, uno dei primi paparazzi, tale Lo Gatto, follemente innamorato della Cianni che, col suo garbo svanito qualche anno dopo in un incidente aereo sulle Ande argentine, schivò le avance del «povero ometto che per guardarmi un secondo in più, per poco non finiva nella fontana di piazza della Rena».













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Valeria Frangipane

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