Torna il lupo a Lana: sbranati sei agnelli 

Ha colpito sopra la Brandiskeller. Il sindaco: «I residenti non sono tranquilli: bisogna intervenire»



LANA. Un esemplare di lupo ha colpito, in due incursioni fatte a Lana, ben sei agnelli che sono stati sbranati. La prima incursione è avvenuta nella notte di domenica scorsa con tre agnelli che sono stati azzannati ed uccisi dal predatore che la notte successiva è tornato all'opera sbranando altri tre agnelli che un agricoltore della zona teneva nel recinto del suo maso che si trova a Lana di Sotto proprio sopra la Brandiskeller. E' una zona dove vivono parecchie persone che subito si sono rivolte al sindaco per manifestare le loro preoccupazioni. Il primo cittadino Harald Stauder segue con attenzione lo sviluppo della situazione. "Ho preso immediati contatti con l'apposito ufficio della Provincia, Dal dottor Spagnolli ho avuto la conferma che è stato proprio un lupo ad entrare in azione. So che la Provincia ha già messo della foto trappole e che sono riusciti già ad avere delle immagini del lupo.La gente però non è tranquilla e chiede interventi concreti. Ma io non posso fare nulla. Sono molto preoccupato perche il lupo, sceso con tutta probabilità dalla val d'Ultimo, ha sbranato gli agnelli in una zona di Lana che è densamente abitata.Per questo chiedo alla Provincia interventi concreti". L’assessore Arnold Schuler, proprio in consiglio provinciale, ha rilevato a proposito di lupi e orsi che quando si tratta di temi emotivi si discute emotivamente, rispecchiando la società. La questione in esame non è risolvibile a favore di tutti, in ogni caso, se “management” non significa estirpare una specie, non significa nemmeno non fare nulla. Del piano di gestione del lupo si discute in Italia dal 2003 senza risultati soddisfacenti, anche per via della pressione degli ambientalisti a Roma, mentre l’agricoltura di montagna è una lobby debole. Va disciplinata chiaramente l’uccisione regolamentata di orsi e lupi, e vanno definiti i principi: il fatto che il lupo italiano sia catalogato in due popolazioni - appenninica e alpina - crea problemi di gestione. Le misure preventive non sono facilmente attuabili in un’area alpina con più di 1.300 malghe attivamente gestite - vera eccezione in Europa - ad un’altitudine problematica e un grande numero di piccoli agricoltori con numero limitato di capi. Ci sono difficoltá anche a far aprire gli agricoltori a progetti che si distaccano dalla gestione tradizionale: il progetto pilota permetterà di capire e far capire come la gestione può funzionare, anche se non sará possibile risolvere tutti i problemi. In quanto al confronto con altre categorie".(e.d.)













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