Traffico, sbarca in città la consegna merci in bici 

Nuove prospettive. Trasporto a emissioni zero in e-bike aggirando i divieti imposti alle auto Il 34enne Martin Fliri: «Tanti nel Burgraviato userebbero “superstrade” per ciclisti»


Sara Martinello


Merano. Ecologico, veloce e soprattutto in grado di muoversi all’interno della Ztl, mentre i furgoni devono attenersi alle restrizioni del centro storico. Arriva anche a Merano un servizio di consegna già attivo nei paesi nordeuropei, e in Italia solo in poche città. Insomma dove agli imbottigliamenti stradali e a un’aria sempre meno pulita si è trovata la risposta delle consegne in e-bike. Ma senza le dure condizioni che a Bologna hanno portato alla nascita di Riders Union, il sindacato dei fattorini. Con la sua bici danese, il meranese Martin Fliri fa consegne ogni mattina. Finora per conto di aziende ed enti pubblici, con la possibilità di allargare il servizio e aiutare anche chi ha difficoltà di spostamento a consegnare e ricevere spesa e documenti.

L’imprenditoria green.

Trentaquattro anni, Martin Fliri è un tecnico del suono originario di Naturno. «Ho vissuto per due anni a Coira, nel Cantone dei Grigioni – racconta –, dove alla mia attività “normale” affiancavo quella di corriere in bici. Coira conta poco più di 30 mila abitanti, e come ho potuto vedere il servizio funziona anche nelle piccole città». Dopo gli anni svizzeri, Fliri torna a Merano. Compra una bici elettrica speciale, adatta al trasporto di oggetti ingombranti, comoda e sicura. Un investimento da 4 mila euro da ammortizzare nel tempo. «L’ho fatta arrivare dalla Danimarca: nei paesi nordici mezzi così sono molto più usati rispetto a qui, anche per portare bambini o per fare la spesa». Così, circa tre mesi fa, Fliri comincia la sua avventura nell’imprenditoria green, rendendosi disponibile a fare consegne in un’area che da Quarazze e Lagundo arriva a Marlengo, Cermes e Sinigo. La sua Fix Meran/o collabora con l’azienda agricola biologica Valentinhof di via Bersaglio, che sul proprio sito pubblica ogni settimana il paniere dal quale i clienti possono scegliere e ordinare prodotti da farsi portare a casa. Il servizio può tornare utile ai lavoratori, ma anche ad anziani e a persone con disabilità: la settimana scorsa, per esempio, Fliri è andato al centro di riciclaggio due volte per conto di una donna anziana. Se no ci sono coloro che per una ragione o per l’altra non possono abbandonare il posto di lavoro, come i tipografi di Maia Alta, che recentemente si sono rivolti al corriere in bicicletta per una consegna alla Forst di Lagundo. In 20 minuti Fliri ha macinato i sei chilometri di distanza – sei sui quasi mille percorsi in poco più di due mesi di attività – senza inquinare né contribuire all’intasamento delle strade cittadine.

La prospettiva del Put.

Mentre nelle grandi città italiane i fattorini, spesso sottopagati e costretti a correre a scavezzacollo anche in condizioni ambientali rischiose, si sono sindacalizzati, Merano sembra ancora immune da certe dinamiche lavorative. Fliri non è intenzionato a cedere all’imperativo del “tutto e subito”: che nevichi o che il sole batta sull’asfalto, lui va al proprio ritmo, facendo attenzione agli altri utenti della strada e alle condizioni del terreno. «Preferisco le ciclabili, anche se a volte sono troppo strette o assenti – spiega –. La via che il Comune e l’ingegner Stefano Ciurnelli è interessante: più ciclabili, una rete di bike sharing, possibilmente l’installazione di box nei quali parcheggiare la bicicletta in maniera sicura, magari alla stazione. Per quanto riguarda strettamente la logistica il Comune poi sta valutando l’idea di impiegare cargo bike per gli spostamenti in centro. Una buona idea, io stesso ho collaborato con la Biblioteca civica per la distribuzione dei volantini degli eventi». Durante l’ultima assemblea aperta con Ciurnelli, qualche mese fa, l’associazione Amici della bicicletta aveva proposto la creazione di “superstrade” per ciclisti, piste dove correre velocemente. Proposta inattuabile a Merano, dato che la maggiore velocità riduce il campo visivo, implicando quindi una larghezza della ciclabile pari a circa 4 metri. Fliri lancia l’idea di “superstrade” sovracomunali: «Sarebbe bello che ce ne fossero, magari verso Lana o verso Lagundo. Sono tante le persone che le userebbero. Ma serve lo spazio, sia in città sia tra i campi».













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