Violenza, un luogo protetto per aiutare le donne a denunciare 

L’iniziativa. «Una stanza tutta per sé» è il progetto voluto da carabinieri e Soroptimist per sostenere le vittime La pm Luisa Mosna: «Uno spazio prezioso per combattere la paura di segnalare i comportamenti persecutori»


Ezio Danieli


Merano. Si chiama “Una stanza tutta per sé” ed è frutto di un protocollo d’intesa fra il club Soroptimist Italia e l’Arma dei carabinieri. Avviata a Torino, l’iniziativa si sta ora diffondendo a livello nazionale. Si tratta di un ambiente protetto e accogliente, ospitato presso una caserma dei carabinieri, in cui le donne che hanno subito violenza o che sono oggetto di persecuzione possono recarsi sentendosi meno a disagio nel difficile e coraggioso momento della segnalazione o della denuncia di violenza.

Ieri mattina la stanza – piccola e accogliente, dotata di una scrivania e di un angolo per i bambini con vari giochi a disposizione – è stata inaugurata nella sede della compagnia dell’Arma a Merano alla presenza di numerose autorità e di tante socie del club Soroptimist. Quella di Merano è la seconda in regione dopo quella di Brunico. L’iniziativa è partita dalla presidente del club Soroptimist Merano Maria Rita Chiaromonte, che l’ha illustrata agli intervenuti. Il Soroptimist International, fondato nel 1921 in California, è un club di donne che ha fra i suoi vari obiettivi la promozione del potenziale femminile e la solidarietà fra donne, ma non solo. Alla realizzazione della stanza hanno concorso in molti, e un sentito ringraziamento è andato a tutti. All’inaugurazione di ieri mattina erano presenti tra gli altri il Commissario del Governo Vito Cusumano, il questore, le autorità dell’Arma provinciale, i comandanti della Finanza, il vicequestore e l’assessora Gabi Strohmer.

Dopo le parole di ringraziamento di Chiaromonte è stato il colonnello Cristiano Carenza, comandante provinciale dei carabinieri, a illustrare il progetto della stanza e la sua importanza per le donne che lì hanno un punto di riferimento a cui rivolgersi se si trovano in difficoltà. È toccato poi al prefetto Cusumano evidenziare come il problema della violenza sulle donne sia di attualità anche a Merano, dove funziona già ottimamente la rete antiviolenza. È stata poi la volta del magistrato Luisa Mosna, che ha spiegato come la stanza sia utile soprattutto alle donne che non devono avere timori nel denunciare i soprusi.

Da ieri, con l’apertura di “Una stanza tutta per sé”, le vittime potranno forse essere incoraggiate a non tacere sugli episodi di violenza, come invece accade, si sa, in moltissimi casi. Sul valore sociale e sulla figura della donna vittima di violenza si sono incentrati anche gli interventi successivi, che hanno posto l’accento sui casi che si sono registrati anche in città. I cittadini hanno bisogno di risposte concrete e la stanza lo è. Il ringraziamento è stato espresso soprattutto all’associazione Soroptimist per l’eccellente collaborazione con i carabinieri e per la sensibilità e l’attenzione dimostrate, con questa iniziativa, al territorio altoatesino, dove il fenomeno esiste, se pur con un rilievo statistico più basso di molte altre realtà nazionali.

L’assessora Strohmer ha ricordato di aver portato in giunta una serie di proposte per migliorare la già eccellente rete d’informazione esistente a Merano: fra queste anche la possibilità di creare un “vagone rosa” sui treni proprio per rendere più sicuro il viaggio delle donne, soprattutto nelle ore serali. La cerimonia si è conclusa con il taglio del nastro davanti alla stanza, con lo scoprimento di una targa all’ingresso e con la benedizione da parte del cappellano militare.













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