WineFestival “boom” dal Kurhaus al Corso 

L’evento. All’annunciato tutto esaurito si è aggiunto il pubblico all’esterno della manifestazione Il patron Helmuth Köcher: «Il segreto? Un lavoro lungo un anno, le novità e l’aspetto emozionale»



Merano. Il “tutto esaurito” era già stato annunciato, vederlo fa sempre comunque un certo effetto. La prima giornata di WineFestival, dopo un paio di giorni di preludio dedicati a iniziative collaterali, ieri ha ribadito che la manifestazione nata nel 1992 affronta senza crepe la fase della maturità. Con l’intenzione di coinvolgere il più possibile i meranesi: fitto di stand, musica e naturalmente vini il Corso superiore, ieri risparmiato dal maltempo dopo un venerdì da clima transilvanico.

Parole e cifre.

Oltre tremila i biglietti venduti per la giornata di ieri (quasi tutti in prevendita), quota duemila sarà superata in agilità quest’oggi, e circa 1500 ticket previsti per lunedì, giornata dedicata per lo più agli operatori di settore. Parole e cifre di Helmuth Köcher, patron dell’evento: «Il segreto della manifestazione? Di sicuro vale molto il lavoro svolto durante tutto l’arco dell’anno, con la visita dei territori, l’esportazione del WineFestival in vari appuntamenti in Italia e all’estero, le selezioni delle commissioni d’assaggio. È un impegno che porto avanti con tenacia, e che cerco di aggiornare di anno in anno. Con nuovi produttori e affrontando il tema del vino, della gastronomia e dell’eccellenza sotto le prospettive più diversi. Insomma apportando sempre delle novità. E poi c’è l’aspetto emozionale. Il WineFestival non è una fiera. Qui con i produttori e i frequentatori si crea un’atmosfera di condivisione, di gioia per quello che si fa e che si sta vivendo».

Il proliferare di allestimenti in corso Libertà, animato dagli stand dei consorzi, dai locali dirimpettai del Kurhaus, da un maxischermo di forte impatto... Che cosa significa per il WineFestival? «È un modo per dare qualcosa alla città. Che sente l’evento e vi può partecipare anche senza entrare al Kurhaus». Stesso senso ha l’iniziativa Meran Spirit che coinvolge vari locali nella preparazione di cocktail.

Il ritorno.

Di certo il ritorno è notevole per il settore alberghiero e della ristorazione. Difficile trovare un tavolo nei locali, un’impresa prenotare una stanza. Sono 950 le case vitivinicole presenti all’evento, più di 120 aziende di prodotti alimentari e gastronomici: esclusa la limitata quota di chi va e viene in giornata, già loro affollano le strutture ricettive e i ristoranti. Negli anni scorsi, Köcher aveva valutato in 15 milioni di euro l’indotto originato dalla manifestazione.

Leonardo e anfore.

Lo stato di salute della manifestazione lo ha dato il colpo d’occhio sul Kursaal. Trafficato come sempre nel sabato del WineFestival. Dove su una colonna spiccava l’Uomo vitruviano - con il bicchiere in mano - a raffigurare l’omaggio di questa ventottesima edizione a Leonardo da Vinci nel cinquecentesimo della scomparsa. Non solo immagine: anche una conferenza che ha ricordato la passione - fra la miriade del genio rinascimentale - per la vitivinicoltura, documentata dalla vigna che gli fu donata a Milano per la creazione dell’Ultima cena. Altro arredo che caratterizza il Kursaal sono le anfore: un richiamo alla storia del vino, alla Georgia culla della vite, e al trend che vede sempre più cantine affidarsi alla terracotta per affinare i loro prodotti.

Il programma.

La manifestazione prosegue secondo il cliché di ieri nelle giornate di oggi e domani. In piazza della Rena la tensostruttura battezzata The Circle ospita iniziative che accompagnano alla scoperta di territori di importante tradizione enogastronomica. L’Hotel Terme è teatro delle degustazioni guidate il cui ricavato sarà devoluto alle attività del Gruppo missionario meranese, ma anche di un nuovo appuntamento sul rapporto fra enogastronomia e innovazione. WineFestival, appunto, a tutto tondo. SIM













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