WineFestival boom Sabato sold out E un’anima sociale 

Pienone ieri al Kurhaus e nelle altre sedi dell’evento Tra i prodotti il panettone preparato dai carcerati 


di Jimmy Milanese


MERANO. Il Merano WineFestival è fatto di vini selezionati e prodotti della gastronomia d'eccellenza in una cinque giorni (ieri sold out)che riempie i palati di circa 10 mila persone che da tutt'Europa raggiungono la città per provare l'ebbrezza del meglio della tradizione gastronomica italiana. Ma il WineFestival, che proseguirà fino a martedì, è anche fatto di storie da raccontare, come quella della cooperativa sociale “Giotto dal Carcere di Padova” che a ragione si definisce la pasticceria più ricercata d'Italia. Perché, forse, per qualche tempo, i suoi collaboratori sono veramente stati dei ricercati, visto che la cooperativa lavora all'interno del carcere padovano dei “Due Palazzi”, e lo fa direttamente con i detenuti. «La cooperativa ha il laboratorio di pasticceria all'interno del carcere e ci occupiamo di ristorazione – spiegano gli espositori presenti al WineFestival - dove lavorano tre maestri pasticceri e un capo di produzione, oltre a trentotto detenuti impiegati e regolarmente stipendiati». All'interno del carcere entrano tutti gli ingredienti necessari alla preparazione di panettoni e pandori «buoni due volte», spiegano gli espositori, perché premiati con diversi riconoscimenti, fino a raggiungere il sesto posto nella classifica dei panettoni stilata dal Gambero Rosso. Il secondo aspetto, invece, sta tutto nella valenza sociale di tale progetto, capace di qualificare carcerati che magari in vita loro non hanno mai avuto una occupazione o, semplicemente, non avevano avuto possibilità di inserirsi nel mondo del lavoro. «Insegniamo loro il senso della fatica, l'alzarsi alle sei di mattina, essere responsabili verso i colleghi e garantire una certa costanza nel lavoro quotidiano, in cambio di un regolare contratto e stipendio», precisano i due incaricati della azienda, giunti a Merano. Una vita in una cella di tre metri per tre, tre pasti giornalieri, carta igienica e un paio di ore d'aria, come unica concessione che si prospetta per chi entra in un istituto di correzione, quando arriva la cooperativa Giotto ad offrire a queste persone l'unica chance della loro vita. «Facciamo ristorazione, ma non abbandoniamo i nostri dipendenti, che una volta usciti dal carcere generalmente vengono impiegati in una delle nostre aziende», spiegano i due espositori. Oltre cento i detenuti che nei quindici anni della attività della coop nel carcere hanno prestato opera per la produzione di panettoni, e solo due, tra questi, i casi di reiterazione del reato. «Il sovraffollamento, il non fare nulla per mesi, se non anni, trasformano i detenuti in persone più cattive di prima», spiega chi in carcere a promuovere questo progetto ci passa parecchio tempo della sua vita. Insomma, al WineFestival non solo vino e gastronomia, ma anche l'esperienza innovativa di chi, attraverso l'amore per l'alimentare, non scorda gli ultimi, quelli esclusi o autoesclusi dalla società.













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