Zanzara tigre, arrivano i primi cartellini gialli 

I vigili hanno rilevato le prime infrazioni nella zona artigianale di Maia Bassa «Chi non si adeguerà a breve prenderà la multa». In aumento i casi denunciati



MERANO. L’ordinanza contro la zanzara tigre comincia a sortire i suoi effetti: sono diverse le aziende della zona artigianale a Maia Bassa che due settimane fa si sono viste assegnare il cartellino giallo, vale a dire una diffida da parte dell’Ufficio ambiente del Comune. Tra circa una settimana, se non avranno provveduto a seguire le indicazioni dell’Ufficio, potrebbero scattare le prime multe.

Sono gommisti e officine, imprese che tengono all’aperto i propri materiali. Se non coperti adeguatamente – e per lo stoccaggio bisogna chiamare ditte apposite –, questi ultimi potrebbero diventare veri e propri focolai di zanzare tigre, insetti che trovano negli stagni d’acqua il nido ideale per deporre le uova da cui nascono le larve. Ma ci sono anche le dodici segnalazioni di privati cittadini: ristagni, erba alta, avvistamenti di zanzare. «Per tutti le multe partono dai 200 euro e arrivano ai 1000 in caso di recidiva», fa sapere Fabrizio Piras, comandante della polizia municipale meranese.

Le attività di prevenzione sono opera dell’Ufficio ambiente, con cui i vigili urbani collaborano nella lotta alla zanzara tigre. Il servizio è in contatto anche con gli amministratori di condominio, i più idonei a segnalare il rischio nelle abitazioni private, e ha stipulato un protocollo con l’Azienda sanitaria per condurre disinfestazioni mirate in caso di malattie, fatto che fortunatamente ancora non si è verificato. Vittorio Sganzerla dell’Ufficio ambiente spiega che alle aziende sono stati lasciati venti giorni di tempo per mettersi in regola. Insomma, prima di far calare la scure delle sanzioni si cerca il più possibile di prevenire il problema. «A Sinigo si è registrato il caso più difficile, un focolaio che metteva a rischio la zona circostante – racconta –. Abbiamo messo il larvicida anche nelle 1086 caditoie sparse sul suolo pubblico, e continueremo a farlo fino a settembre».

Una grossa parte della responsabilità però ricade sui cittadini: Sganzerla stila una lista di semplici regole da rispettare, pena una crescita esponenziale del numero dei pericolosi insetti portatori di zika e di altre malattie. «La prima cosa da fare è eliminare i sottovasi. Se ciò non è possibile, bisogna riempirli di sabbia. La ghiaia non va bene, perché permette il passaggio dell’aria e quindi anche la deposizione delle larve. È fondamentale pure fare un giro di ricognizione nel raggio di cento metri dal proprio orto, giardino o cortile controllando che non ci siano ristagni d’acqua. Le piscine clorate non danno alcun problema, ma nelle fontane e negli stagni da giardino è bene inserire dei pesci rossi, visto che questi animali mangiano le larve di zanzara. Tanti poi tengono nell’orto bidoni per raccogliervi l’acqua, probabilmente per ragioni di risparmio. Bene, questi bidoni vanno coperti con zanzariere e tappati. Infine, giocattoli e oggetti di plastica devono essere tenuti in casa o in un altro luogo ben riparato dalla pioggia: basta un semplice acquazzone estivo perché si riempiano d’acqua e le zanzare li scelgano come luoghi ideali per deporre le uova».

Chi invece teme che nei giardini, negli orti e nelle caditoie vicino a casa sua possano annidarsi larve può rivolgersi all’amministratore di condominio e informarsi sul trattamento antilarvale. (s.m.)













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