IL CASO

Negozi chiusi di domenica, allarme occupazione

L'ad di Aspiag Paul Klotz invita a fare attenzione. Cauto Hillebrand: "Nei paesi in cui si chiude la festa la gente passa la domenica ad ordinare davanti al computer". Esulta Benetello di Confesercenti: "E' quello che speravamo"



BOLZANO. Sull'ipotesi di chiusure domenicali scatta l'allarme occupazione. «Attenti, se si rimette mano alle domeniche aperto o no, si apre pure il vaso di Pandora...» avverte Paul Klotz.

Intende, l'ad di Aspiag, che le domande a cui rispondere non finirebbero mai, altroché solo un sì o solo un no: tutte chiuse le domeniche o qualcuna aperta? Decidono le regioni o i Comuni? E se Bolzano e Trento chiudono e Verona e Brescia no, si ritorna al turismo commerciale come ai tempi di Affi? Le località turistiche sono esentate dagli stop? E Bolzano lo sarà località turistica? E lo sarà solo in centro o anche in via Milano, tipo negozi di serie A e B?

Per questo anche Robert Hillebrand vuole contare fino a dieci: «Di Maio ha detto che si torna indietro, basta decreto Monti e stop alla libertà di venditori e consumatori di aprire e comprare o meno. Bene. Ma mi sembra che dopo le dichiarazioni occorra scendere nei particolari. Pensare agli effetti collaterali sull'occupazione, ragionare sul possibile boom del commercio online. Perché nei paesi in cui si chiude la festa, come Austria o Germania, la gente passa la domenica ad ordinare davanti al computer...».

Insomma, i vertici di una delle più grandi catene distributive italiane, che assicura, nel nostro piccolo, frutta e verdura e pane anche la domenica al Despar di via Museo, contano di poter aprire una discussione anche parlamentare prima di decidere e sperano pure nella Lega e nelle sue diverse anime annidate soprattutto nel nord produttivo.

Poi c'è chi non aspettava altro: «Beh, devo ammettere che in linea di massima è quello che speravo» ammette Mirco Benetello, direttore di Confesercenti. Scusi, ma i consumatori che ormai si sono abituati ad approfittare della domenica per fare scorta? «Io parlo dalla parte dell'offerta, naturalmente, e mi metto nei panni dei piccoli negozi. Certo, servirà un cambio di mentalità e iniziare al immaginare di vivere in un altro modo...». 













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