PROVINCIA

Nel programma della Lega c'è il coprifuoco nei centri profughi

Il Carroccio punta anche sulla riapertura dei punti nascita



BOLZANO. Svp e Lega decideranno oggi, lunedì 3 dicembre, la composizione dei cinque gruppi di lavoro che in tre settimane dovranno stendere il programma per l’accordo (tecnico) di giunta. In ogni gruppo tematico previsti tre nomi indicati dalla Lega e tre dalla Svp, anche tecnici.

Da questa settimana i due partiti inizieranno dunque a lavorare sul programma della giunta. Massimo Bessone, commissario del Carroccio e assessore in pectore, ha spiegato che «la Lega intende dare la propria impronta». Le epiche sfuriate di Salvini e Calderoli contro la Svp sul preambolo «etico» (cassato) hanno chiarito il metodo.

Il programma elettorale della Lega pubblicato sul web è suddiviso in sei punti, ognuno di poche righe. Tre gli obiettivi alla voce clou «Sicurezza e immigrazione». Con lo slogan «patti chiari, amicizia lunga», ecco le nuove regole chieste dalla Lega per i centri di accoglienza per richiedenti asilo: «Al fine di tutelare e garantire la sicurezza degli altoatesini si ritiene opportuno stabilire un coprifuoco di chiusura dei centri d’accoglienza fissato per le ore 19 d’inverno e le 20 in estate».

Sempre in tema, stop all’apertura di nuovi centri, l’obiettivo è «cercare di chiudere quelli esistenti». In tema di lavoro, la Provincia dovrebbe «prediligere gli autoctoni, garantendo loro diritto di prelazione in termine di assunzione da parte del pubblico».

Anche sulla politica sanitaria Svp e Lega avranno da discutere. Il Carroccio propone la riapertura dei punti nascita, tasto dolente per la Svp sul territorio. E ancora, «no a cure privilegiate per i finti profughi»: con questo la Lega intende cure secondarie (medici di base) garantite solo a chi ha ottenuto lo status di rifugiato, «per tutti gli altri basterà un servizio di pronto soccorso». 

Viene inoltre proposta la certificazione linguistica al termine del percorso scolastico, altrimenti è necessario «rivedere radicalmente il metodo d’insegnamento». Troppi bambini stranieri nelle classi rallentano la formazione, secondo la Lega, che propone «un livello linguistico minimo adeguato dei nuovi arrivati, anche attraverso classi alternative». 













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