Arte e musica assieme con l’aiuto di Rusconi 

La sfida è stata raccolta dagli studenti del Liceo artistico Cademia di Ortisei  Il compositore è ospite della Fondazione Haydn, il progetto è di Susy Rottonara


di Daniela Mimmi


ORTISEI. Come mettere insieme arte e musica, soprattutto una musica mai sentita? È la sfida raccolta dal Liceo artistico Cademia di Ortisei che ha presentato nei giorni scorsi i risultati di un progetto molto particolare. I ragazzi dovevano interpretare a loro modo due sinfonie del compositore Roberto David Rusconi, l’Artist in residence ospitato dalla Fondazione Haydn per la stagione OPER.A.20.21, senza averle mai sentite: Dionysos rising, che sarà presentata a Trento il 19 e 20 gennaio, e Bletterbach, a Bolzano il 5 febbraio e a Trento il 6. Il progetto è stato coordinato dalla cantante e musicista Susy Rottonara, responsabile dei progetti musicali all’Intendenza ladina, e sviluppato insieme agli insegnanti Margareth Forer, Verena Costamoling, Markus Delago, Andreas Linder e Sara Welponer.

Gli studenti hanno interpretato a loro modo le opere di Rusconi, partendo solo dai contenuti. Hanno realizzato lavori affascinanti e inquietanti, alcuni decisamente dark, ricchi di riferimenti sia alla mitologia greca che alla natura antica del canyon altoatesino, che adesso sono esposti nel foyer e in giro per la scuola, poi le foto saranno inserite nei programmi dei diversi concerti, sui canali social della Fondazione Haydn e seguiranno sessioni di feedback e con una mostra dei lavori artistici. O magari anche come sfondo all’esecuzione delle opere.

Roberto David Rusconi, che abita ormai da 12 anni a Londra, ha approfittato della sua permanenza a Bolzano per ammirare i lavori dei ragazzi dedicati alle sue opere, insieme alla direttrice dell’Orchestra Haydn, Valeria Told. Rusconi non è uno a cui mancano argomenti di conversazione e con i ragazzi ha parlato per quasi un’ora. Cos’è l’arte? Come può un’arte compenetrarne un’altra? Cos’è la musica contemporanea? Tra le altre cose, lui non si considera un compositore di musica contemporanea. «Cerco di catturare i suoni, quelli che ci circondano, soprattutto quelli della natura, per creare delle emozioni negli ascoltatori, soprattutto nei giovani. Noi siamo avvolti dai suoni, siamo fatti di suoni. L’arte deve emozionare, deve toccare emotivamente il pubblico ed è quello che voi dovete fare», ha detto ai ragazzi. Loro ci sono riusciti con le loro bellissime opere. Donne di ricoperte di nailon, un cadavere in una vasca da cui esce il sangue e i tubi che sembrano serpenti, figure scure illuminate da lucette come quelle di Natale, un uomo di ferro attaccato a una bottiglia con il fegato in fiamme: tutti simboli del disagio di Dioniso e del disagio dei nostri giorni. Non è cambiato molto da allora. E poi il Bletterbach, insieme un’opera breve e incisiva, di 11 minuti, per orchestra e voce, e una profonda ferita nella terra, ricca di storia, di passato e anche di futuro. I ragazzi hanno creato una bellissima scultura, ospitata nel foyer della scuola, realizzata in un materiale plastico che sembra terra, in cui, appunto, passato e futuro si incontrano in un comune terreno di desolazione e morte. Ci sono ossa, scheletri, tastiere, attrezzi da lavoro. «Mi sono innamorato del Bletterbach leggendo il libro “La sostanza del male”, di un autore bolzanino, Luca D’Andrea. Ho voluto vederlo, insieme a un ricercatore del Muse, Massimo Bernardi. La terra ci fa capire che stiamo distruggendo il mondo». Non poteva non parlare anche di ecologia, Roberto David Rusconi, un tema che gli sta a cuore.















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