dopo l’incidente sullo spigolo nord dell’Agner 

Mussner reagisce bene,  filtra un cauto ottimismo

SELVA GARDENA. Selva sta vivendo con due stati d'animo diversi. Piange per la morte del 27enne Bernard Mahlknecht e spera che possa cavarsela Aaron Mussner le cui condizioni all'ospedale di Treviso...



SELVA GARDENA. Selva sta vivendo con due stati d'animo diversi. Piange per la morte del 27enne Bernard Mahlknecht e spera che possa cavarsela Aaron Mussner le cui condizioni all'ospedale di Treviso lasciano aperte le porte della speranza. I due alpinisti sono rimasti vittima domenica dell'infortunio sullo spigolo nord dell’Agner. La caduta ha causato la morte di Bernard Mahlknecht residente Selva di Val Gardena in via Meisules. Il suo corpo, recuperato dai tecnici volontari del Soccorso alpino, si trova all’obitorio di Agordo a disposizione delle autorità e ad occuparsi delle pratiche sono i Carabinieri. Il ferito, Aaron Mussner, è un altro giovane di 27 anni, anche lui di Selva di Val Gardena, e l’eliambulanza lo ha trasportato con un grave politrauma direttamente a Treviso, senza nemmeno passare per Belluno, perché le sue condizioni sono tali da richiedere l’intervento d’urgenza di diversi specialisti presenti solo nell’ospedale della Marca. Le sue condizioni ieri lasciavano ben sperare: Aaron non ha perso conoscenza e reagisce bene alle cure dei medici. Era stato proprio Mussner a chiamare i soccorsi alle 12.15 di domenica. I due giovani erano partiti sabato mattina per affrontare la scalata dello spigolo nord dell’Agner. Si tratta una delle salite più lunghe d’Europa, la più lunga delle Dolomiti: circa 1. 600 metri da affrontare necessariamente in due giorni e infatti Mahlknecht e Mussner, entrambi atleti poliedrici ed esperti di montagna (il primo era anche maestro di sci), hanno bivaccato nell’ampia cengia che si trova poco prima di metà parete. Il tempo era ottimo ed è rimasto favorevole sia sabato che ieri, ma qualcosa è andato storto ugualmente. L’incidente è avvenuto mentre i due stavano scalando in cordata e si trovavano presumibilmente a circa 400 metri dalla vetta. Non è certo cosa possa essere successo, forse uno dei due è scivolato tirando giù anche l’altro e provocando il cedimento di un chiodo o di una sosta, che potrebbero anche aver ceduto spontaneamente.(e.d.)













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