Ortisei, 2 anni di proroga per la casa dei profughi 

Il sindaco Moroder: «Superate le diffidenze, il modello di integrazione funziona» Venticinque le persone ospitate, di recente sono arrivati due migranti afgani


di Ezio Danieli


ORTISEI. Sono passati i primi tre anni dell'arrivo dei profughi a Casa Sole/Sonne di Ortisei e nei giorni scorsi l'anniversario è stato ricordato anche dal sindaco Tobia Moroder che è soddisfatto del clima creatosi attorno alla struttura messa a disposizione da un privato che ha rinnovato il contratto per altri due anni.

I richiedenti asilo a Ortisei sono 25. Di recente ne sono arrivati due di nuovi, entrambi dall'Afghanistan. Altri ne giungeranno nei prossimi giorni per sostituire coloro che hanno trovato posto in altre strutture della val Gardena o a Bressanone. Molti degli ospiti di Casa Sonne hanno trovato un'occupazione in diversi settori, tutti hanno partecipato o stanno prendendo parte ai corsi che vengono proposti per l'apprendimento della lingua. Insomma una situazione ideale per i richiedenti asilo e anche per la popolazione che tre anni fa era piuttosto "seccata" per il loro arrivo a Casa Sonne. Un anno dopo i richiedenti asilo avevano deciso di aprire le porte di Casa Sole, la residenza messa a loro disposizione dalla famiglia di Manuel DaLlago. Era stata festa grande, il primo segno di testimonianza che aveva portato ad allontanare le polemiche che avevano preceduto l'arrivo dei 25 richiedenti asilo a Ortisei. C'era stata una raccolta di firme fra la popolazione che era preoccupata per la loro presenza in uno stabile che si trova nelle vicinanze della scuola. Ma la volontà della famiglia Dallago, di prorogare il contratto per l'uso di Casa Sole, è stata ferma a ribadire la volontà di andare oltre la diffidenza. E questo spirito di solidarietà s'è diffuso anche fra la popolazione che aveva partecipato alla festa di ringraziamento nella quale i profughi avevano cucinato specialità tipiche dei loro Paesi, che quindi avevano offerto a chi aveva visitato la loro dimora; si erano poi impegnati in esecuzioni musicali con vari strumenti, avevano offerto momenti di intrattenimento assieme agli abitanti di Ortisei, proponendo dei canti ed esibendosi anche in un karaoke risultato molto gradito.

Fra i richiedenti asilo a Casa Sole era stato particolarmente festeggiato il piccolo Aron, figlio di due dei 25 ospiti. Aron, venuto alla luce all'ospedale di Bolzano, gode di buona salute, come la mamma che, assieme al marito, era arrivata a Ortisei dalla Costa d'Avorio dopo aver vissuto un difficile periodo in Libia, concluso con la fuga attraverso il Mediterraneo. La nascita di Aron era stato un altro episodio che a Ortisei ha aiutato a stemperare le tensioni che avevano avvolto l'arrivo, l'accoglienza, i progetti di assistenza ai profughi. «È un segno bellissimo che la vita prosegue - aveva commentato il sindaco Tobia Moroder - e speriamo tutti che per questi profughi sia completato l'avvio di un ritorno alla normalità e segnato la fine di un periodo di eventi straordinari in negativo. Qui a Ortisei sono positivi. C'è lo spirito giusto di convivenza, non si sono verificati episodi di intolleranza né problemi di ordine pubblico. I richiedenti asilo stanno lavorando un po' tutti, e questo ha facilitato il loro inserimento. La situazione è migliorata rispetto all'arrivo dei profughi, tre anni fa. C’è l'impegno per l'integrazione dopo i mugugni di qualcuno».













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