Salva neonata pusterese operata all’esofago 

È tornata a casa e sta meglio la bambina affetta da atresia esofagea Riuscito il delicato intervento chirurgico eseguito all’ospedale S.Chiara a Trento



VAL PUSTERIA. L’intervento è perfettamente riuscito, la neonata è tornata a casa con mamma e papà, in Val Pusteria e finalmente la paura delle scorse settimane è alle spalle. Ma, prima del ricovero e dell’operazione affrontata all’ospedale Santa Chiara a Trento, la famiglia pusterese ha vissuto giorni d’angoscia.

Appena nata, infatti, alla piccola era stata diagnosticata l’atresia esofagea, un problema all’esofago che le impediva di deglutire, quindi di ingerire qualsiasi cosa. Insomma, le rendeva estremamente difficile alimentarsi, con prospettive problematiche per la crescita nel delicatissimo periodo dei primi giorni, settimane, mesi di vita.

La diagnosi immediata e l’altrettanto rapido trasferimento in elicottero all’ospedale Santa Chiara a Trento, uno dei pochi centri italiani attrezzati per lo specifico intervento chirurgico, hanno permesso di salvare la bambina e ridare il sorriso a una famiglia proprio nelle ore che hanno preceduto il Natale.

Ad appena tre giorni di vita, la piccola è stata sottoposta a un’operazione di ricostruzione dell’esofago e di ripristino della corretta comunicazione e funzionalità del collegamento fra lo stesso esofago e la trachea. In sala operatoria a Trento, la neonata è stata presa in cura dall’équipe guidata dal dottor Michele Corroppolo, affiancato da Hamid Reza Sadri e da Giosuè Mazzero, del reparto guidato dal primario Mario Andermarcher.

Dopo aver eseguito un’incisione a livello toracico, l’operazione si è svolta senza imprevisti e, al termine di alcune settimane di ricovero e di trattamento nel reparto di neonatologia, la bimba ha potuto riprendere la via di casa con i genitori, in uno stato d’animo di riconquistata serenità che ha finalmente fatto dimenticare le ansie, i timori, l’angoscia del viaggio d’andata dall’Alto Adige al Trentino.

L’atresia esofagea, ha spiegato il primario di neonatologia del Santa Chiara di Trento Massimo Soffiati, “viene diagnosticata in un numero di casi fortunatamente limitato, da 1 a 5 su 10 mila nati vivi. Richiede peraltro un intervento delicato e alte competenze chirurgiche e neonatologiche”. Competenze sviluppate e presenti al Santa Chiara e che consentono il trattamento della patologia in soli altri cinque ospedali in Italia.

Ora la piccola pusterese può essere normalmente alimentata via bocca, si nutre del latte della mamma e ha ripreso la crescita normale nel proprio ambiente familiare.















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