Una petizione per salvare l’Hotel Posta a Dobbiaco 

È stato costruito sui ruderi di un antico albergo dopo la prima guerra mondiale Presentato un progetto di demo-ricostruzione: «Esteticamente è una bruttura»



DOBBIACO. «Fermate questa ricostruzione». Un piccolo grande grido che si muove sul web per salvare il futuro dell’Hotel Posta a Dobbiaco, un edificio storico che con la sua architettura caratterizza quello che è il paesaggio cittadino di una delle più pittoresche piazze del nucleo storico antistante la chiesa barocca della città. A firma di Francesco Vincenti attraverso il sito per petizioni “Change.org” e indirizzata al Comune di Dobbiaco è stata creata una raccolta firme che in meno di un giorno ha già raggiunto un discreto seguito e che mira a salvaguardare l’Hotel Post (o Hotel Posta) da quello che sembra essere un destino ormai segnato per via di un progetto di riqualificazione che parte dalla demolizione e ricostruzione di una nuova struttura proprio sul sedime dell’antica struttura alberghiera. «Non chiediamo solamente - principia la petizione di Vincenti - come gruppo unito di cittadini autoctoni e turisti amanti di Dobbiaco, che l’Hotel Post venga ristrutturato e restaurato con competenza in modo che la proprietà ne possa godere appieno, ma che ciò avvenga almeno attraverso un progetto alternativo a quello pubblicizzato dall’Agenzia Immobilien Niederkofler. L’invito di questa raccolta firme - continua il testo della petizione - è quello di sensibilizzare la proprietà al rispetto del luogo, di quella piazza antistante la chiesa barocca di Dobbiaco. Un luogo che offre un aspetto estetico unitario che parte dal vecchio ufficio postale, ora restaurato, fino agli antichi alberghi antistanti l’hotel in oggetto. L’aspetto della piazza su cui insiste il Post possiede un’estetica ancora intatta e risalente ai canoni dell’ex Impero Austroungarico e questa “cartolina” va salvaguardata nella sua unitarietà. L’Hotel Post - si specifica nella petizione - costruito sui ruderi di un antico albergo subito dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, è una struttura alberghiera di notevole pregio storico ed estetico e attraverso fotografie e cartoline d’epoca può essere restaurata e portata al suo antico splendore nonché adeguata ai più moderni comfort bioenergetici. Il progetto presentato ai fini della vendita prevede la totale demolizione e una ricostruzione che pone molti interrogativi estetici. Si chiede in prima istanza il rispetto dell’antica struttura alberghiera o, almeno, varianti rispetto al progetto presentato». Una raccolta firme che non contrasta la volontà di ristrutturazione, ma che si fonda sulla salvaguardia di un bene storico comune. (l.o.)













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