IL LUTTO

Si è spento Maurizio. La moglie: guerriero stroncato dalla Sla

Micheletti aveva 44 anni, malato da sette e papà di tre figli. La famiglia: «Grazie a chi ci ha sostenuto in questo viaggio»



BOLZANO. Grande cordoglio a Salorno e in tutta la Bassa Atesina. Si è spento a 44 anni Maurizio Micheletti, da 7 anni malato di Sla. Lascia tre figli piccoli.

La moglie Barbara ringrazia tutti gli amici che lo hanno sostenuto ed accompagnato nel lungo viaggio: «Maurizio è stato un grande guerriero un grande esempio per tutti. Grazie per tutto l’amore che ci avete dato perchè è stato di enorme aiuto. Vi assicuro che non si vivono certi momenti in prima persona non è possibile trovare le parole giuste... grazie agli amici di Salorno che non lo hanno mai fatto sentire solo. Grazie». Dalla sua storia aveva preso il via una gara di solidarietà. Ad agosto 2018 Barbara Faustin, che lavora alla Würth, aveva lanciato un appello su Facebook. «Mio marito ha 43 anni ed è malato di Sla».

La sclerosi laterale amiotrofica, patologia neurodegenerativa progressiva che conduce alla paralisi dei muscoli volontari fino a coinvolgere anche quelli respiratori. «Da quattro anni è paralizzato dal collo in giù. Per anni è rimasto a casa con noi perché volevo che i nostri figli lo avessero accanto. Poi la situazione è diventata ingestibile e abbiamo optato per il ricovero a Firmian dove può essere seguito 24 ore su 24».

Maurizio si era ammalato a 37 anni, quando l’ultimogenita – la piccola Angelica – aveva solo sei mesi. Poi la sua vita è stata un calvario. «Il problema - aveva detto la moglie - è la retta da pagare per la struttura di lungodegenza: 1.580 euro al mese». Un’enormità, visto che il marito percepiva una pensione di 1.080 euro per l’inabilità al lavoro certificata dai medici. «Con il mio stipendio da impiegata - aveva detto - pago la rata del mutuo e poi mi resta davvero poco. La pensione di mio marito ci serve per vivere». La signora si era rivolta al Distretto sociale Bassa Atesina per avere un contributo alla retta... sembravano esserci parecchie speranze di ottenerlo, poi l’improvviso dietrofront. «Nel calcolo di prova fatto tempo fa - aveva spiegato l’addetta - non mi era stato riferito della pensione che il signor Micheletti incassa. Pertanto il calcolo è diverso». Ma Barbara si era ribellata. «Il mio solo torto è quello di aver girato il Tfr di Maurizio sul conto dei nostri figli, ai quali do anche una piccola cifra fissa al mese». La risposta del Comprensorio era stata accorata ma negativa. «Siamo dispiaciuti ma la legge non ci consente di dargli una mano. Per i parametri Micheletti deve pagare la retta piena e la famiglia, con tre bimbi piccoli, attingere dai risparmi». Il nodo, dunque, erano i risparmi accantonati. «Per il calcolo di un'eventuale agevolazione il Distretto tiene in considerazione il reddito e i risparmi dei parenti di primo grado, in questo caso i genitori di Micheletti. Tocca alla famiglia e a questi ultimi accollarsi i costi prima che intervenga la mano pubblica». Il pubblico non si era dunque mosso, lo avevano fatto i privati raccogliendo donazioni da Salorno a Bolzano. A pochi mesi di distanza non resta che l’abbraccio di chi ha dato una mano. L’addio a Maurizio è fissato mercoledì alle 15 nella parrocchiale di Salorno.













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