Al Puccini Michela Murgia e il “mal di pancia” dell’Italia 

Appuntamento a Merano. Prosegue la rassegna organizzata dalla Biblioteca civica Stasera il monologo dell’autrice di “Istruzioni per diventare fascisti”, il caso editoriale del 2018



Merano. Michela Murgia arriva a Merano, al teatro Puccini. A convocarla, la Biblioteca civica, organizzatrice insieme all’associazione Passirio Club di “Appuntamento a Merano”, la rassegna di incontri a ingresso libero con sei tra i personaggi più interessanti nel panorama dell’attualità. Stasera, alle 20.30, il sipario si aprirà su “Istruzioni per diventare fascisti”, monologo tratto dall’omonimo libro edito da Einaudi nel 2018.

Autrice di numerose opere di narrativa e di saggistica, Michela Murgia ha esordito nel 2006 con “Il mondo deve sapere. Romanzo tragicomico di una telefonista precaria”, il romanzo autobiografico che ha ispirato Paolo Virzì per il film “Tutta la vita davanti”. Ha ottenuto plausi da più parti il suo “Ave Mary. E la chiesa inventò la donna” (Einaudi), mentre “Abbacadora” (Einaudi) è valso all’autrice il Supermondello, il premio Dessì e il Campiello.

“Istruzioni per diventare fascisti” è un saggio controverso, anche per via del rimbalzo nel web del noto “Fascistometro” in appendice al libro. Ma sono soprattutto un’operazione urgente, queste cento pagine di istruzioni di linguaggio e di metodo (“Farsi dei nemici”, “Ovunque proteggi” e “Nel dubbio mena” due dei capitoli). Quello che stasera sarà presentato al Puccini è un antidoto agli slogan, alla violenza, al pantano del populismo. Indicazioni per stanare il fascismo strisciante, per provare a leggere l’Italia contemporanea. «Manipolando gli strumenti democratici – spiega Michela Murgia – si può rendere fascista per anni un intero paese senza nemmeno dirla mai, la parola “fascismo”, facendo in modo che il linguaggio fascista sia accettato socialmente in tutti i discorsi, buono per tutti i temi, come fosse una scatola senza etichette – né di destra né di sinistra – che può passare di mano in mano senza avere a che fare direttamente con il suo contenuto. Provare ad affermare il fascismo sul piano delle idee è lungo, complicato e conflittuale, e alla fine si rivela inutile. Se si agisce sul metodo, invece, le cose verranno da sé. Poiché infatti in politica metodo e contenuto sono la stessa cosa, il metodo fascista ha il potere della trasmutazione alchemica: se applicato senza preclusione ideologica trasforma in fascista chiunque lo faccia proprio, perché – come direbbe Forrest Gump – fascista è chi il fascista fa. Le parole generano comportamenti e chi controlla le parole di tutti controlla i comportamenti di tutti». Un esempio: “sicurezza”. S.M.













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