Cuori per Alexandra, il ricordo delle figlie: «Mamma ci manchi» 

La piccola chiesa di Santa Maddalena si è riempita di dolore Le preghiere di un’intera comunità per la donna uccisa


di Sara Martinello


MERANO. Una corona di cuori disegnati da mani bambine, una fotografia illuminata dal sorriso di una donna, di una madre, di una sorella, di una figlia. Solcato dalle rughe del sorriso, quelle di chi ha voglia di vivere. La veglia funebre per Alexandra Riffeser, la donna di trentaquattro anni uccisa dal marito lunedì della scorsa settimana, ieri pomeriggio ha destato nella piccola comunità di Quarazze una coesione addolorata intorno al suo corpo custodito in una bara di legno chiarissimo, coperta dai fiori candidi che custodiscono chi da innocente torna alla terra.

La piccola chiesa di Santa Maddalena si staglia in un cielo terso, sopra un paesaggio bucolico di inizio autunno. Quarazze è immersa nel silenzio. Solo i passi di chi sale alla chiesa lungo la stradetta pietrosa, il fruscìo di una lucertola tra le siepi, il lento vivere di una frazione troppo piccola, troppo educata per uno squarcio così grande.

Fuori dalla chiesa, ieri, le onoranze funebri avevano sistemato i santini per la veglia funebre di Alexandra Riffeser. Si aprono e si chiudono coi cuori disegnati dalle due figlie, mentre a didascalia della foto stampata nell’interno i genitori e la sorella hanno voluto scrivere che “nulla è più come un tempo. Tutto era così naturale. Che ci parlassimo l’un l’altro, che riflettessimo insieme, che insieme ridessimo. Era tutto così ovvio. Soltanto, non lo era la fine”. Non è facile riassumere in poche righe i mille pensieri di una famiglia addolorata, accantonare la violenza della morte, accettare la scomparsa di una donna così giovane e così attiva anche sul lavoro. Sul retro, una frase carica delle lacrime di una famiglia, di un dolore che due bambine non dovrebbero mai conoscere. “Ci hai lasciato qui il tuo amore. È nei nostri cuori”.

Il nulla osta per i funerali, arrivato tre giorni fa, ha finalmente permesso ad Alexandra Riffeser, vittima di femminicidio da parte del marito Johannes Beutel, di riposare sotto gli sguardi esausti di una famiglia e di una frazione in lutto. Ai suoi piedi le figlie hanno deposto una corona di fiori ornata da cuori rossi sui quali le due bambine di sei e nove anni hanno scritto frasi piene d’amore per la loro mamma tragicamente scomparsa a soli trentaquattro anni, quando si stava riaffacciando alla vita dopo la fine di una relazione. L’ultimo dono per Alexandra Riffeser, ha chiesto la famiglia, non saranno fiori, bensì un’opera di bene all’associazione che sostiene i bambini malati di tumore “Peter Pan”.

Nel pomeriggio immacolato, nella chiesa di Santa Maddalena un’anziana signora prega in silenzio. In penultima fila, quasi a non voler turbare una vita strappata troppo presto al paese. Ne entra un’altra: si bagna con l’acqua santa, bisbiglia una parola. Si fermano a parlare sottovoce, ma la cappa solenne del cordoglio spezza le frasi in gola, si annuisce, i pensieri sono gli stessi. Per tutti, per tutte.













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